Con le elezioni europee del 2024 che si avvicinano, l’attenzione si concentra sui crescenti consensi per i partiti di estrema destra e ultraconservatori in tutta l’Unione Europea. Con vittorie in quattro Paesi chiave – Italia, Lussemburgo, Belgio e Olanda – questi partiti stanno dimostrando di guadagnare terreno politico in modo significativo. Tuttavia, mentre possono vantare risultati storici, un esclusivo sondaggio Ipsos commissionato da Euronews suggerisce che potrebbero non essere in grado di ottenere una coalizione di maggioranza.
In Italia, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni si posiziona al primo posto nei sondaggi, anche se con un calo di consensi rispetto al passato. Il partito potrebbe garantire fino a 24 seggi con il 27% delle preferenze, seguito dal Partito Democratico di Elly Schlein e dal Movimento 5 Stelle. Questi dati segnalano un cambiamento significativo nel panorama politico italiano, con una crescita dell’estrema destra a discapito di partiti tradizionalmente dominanti come Forza Italia e Lega. Anche in altri Paesi europei, l’estrema destra sta guadagnando terreno. In Francia, il Rassemblement National ha superato il partito del presidente Macron, mentre in Belgio il Vlaams Belang ha ottenuto una vittoria significativa. In Olanda, il Partito per la Libertà di Geert Wilders ha registrato un notevole successo alle elezioni dello scorso novembre.
Tuttavia, nonostante questi risultati, il sondaggio suggerisce che l’estrema destra potrebbe non ottenere abbastanza seggi per formare una coalizione di maggioranza. Anche se il partito Fidesz di Viktor Orban potrebbe allearsi con altri partiti conservatori, inclusi Fratelli d’Italia e il partito polacco PiS, la maggioranza parlamentare più probabile sembra essere una coalizione pro-UE composta principalmente da Partito Popolare Europeo (PPE) e Renew Europe.
Questi risultati indicano una serie di cambiamenti significativi nel panorama politico europeo. Mentre i partiti tradizionali continuano a perdere terreno, i partiti di estrema destra stanno emergendo come forza politica sempre più influente. Tuttavia, resta da vedere come questi cambiamenti influenzeranno effettivamente la politica europea e se porteranno a una ristrutturazione delle alleanze e delle priorità politiche nell’UE. Con una maggioranza pro-UE ancora possibile, è chiaro che il futuro politico dell’Europa rimane oggetto di intense discussioni e negoziati.
Decisivi i partiti non affiliati
I partiti non affiliati ad alcuna delle sette famiglie politiche dell’Europarlamento potrebbero avere un’importanza decisiva nella futura composizione della Camera, a pochi mesi dalle elezioni: è quanto risulta da un sondaggio Ipsos pubblicato da Euronews. Le varie rilevazioni infatti accordano a queste formazioni – appartenenti a tutto lo spettro politico – 68 seggi su 720, 19 in più rispetto alla loro attuale presenza: abbastanza da permetterne la partecipazioni ai negoziati postelettorali che decideranno l’orientamento, conservatore o progressista, della prossima Commissione.
Di fatto, dei 68 seggi 33 andrebbero a formazioni di sinistra, 28 alla destra e sette a partiti centristi o non classificabili; in particolare, i 28 voti della destra potrebbero permettere alla coalizione conservatrice formata da Ppe (Partito Popolare europeo, Cre (Consrevatori e Riformisti europei) e l’ultradestra di ID (identità e democrazia) una risicata maggioranza di 362 seggi. Il peso massimo tra i partiti non affiliati è l’ungherese Fidesz, che dovrebbe assicurarsi 12 seggi: il movimento del premier Viktor Orban è uscito dal Ppe nel 2021, e voci di corridoio parlano di un possibile ingresso negli euroscettici Cre; tuttavia, al sua adesione complicherebbe una eventuale alleanza con il Ppe, che ha escluso qualsiasi ipotesi di collaborazione con quei partiti che non rispettino il diritto internazionale o simpatizzino con la Russia di Putin.