Potrebbe esserci l’intenzione di non restituire un prestito di 38mila euro dietro l’omicidio di Andrea La Rosa, l’ex calciatore di serie C ritrovato ieri con la gola tagliata e il corpo cosparso di acido corrosivo all’interno di un bidone. Era scomparso a Milano il 14 novembre scorso dopo aver incontrato il suo presunto assassino in via Cogne con cui aveva un appuntamento per consegnargli ottomila euro. Lo hanno spiegato il comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, Michele Miulli, i cui militari ieri sera hanno posto in stato di fermo il 35enne Raffaele Rullo e sua madre, la 59enne Antonietta Biancaniello accusati di omicidio e occultamento di cadavere in concorso. Era stata anni fa la fidanzata di La Rosa, che era direttore sportivo del Brugherio Calcio (Monza), a presentargli Rullo (impiegato in un’importante azienda privata dove lavorava come informatico) e nel tempo erano diventati amici. Il bidone di metallo blu con all’interno il cadavere con segni di decomposizione dovuti alla corrosione, è stato trovato a bordo di una Lancia fermata ieri dai carabinieri sulla Provinciale Milano-Meda. Alla guida c’era la Biancaniello che aveva ritirato il fusto in un box nel popolare quartiere milanese di Quarto Oggiaro e, secondo gli investigatori lo stava trasportando in un garage di Seveso (il Comune in provincia di Monza, dove risiede Rullo con la famiglia) all’interno del quale sono stati sequestrati 24 flaconi da un litro di acido muriatico.[irp]
Per l’accusa, sarebbero serviti per far sparire il corpo. “Fin da subito il quadro è apparso diverso da quello di una scomparsa” ha spiegato il pm Eugenio Fusco che ha coordinato le indagini del Comando provinciale dei carabinieri di Milano che, subito dopo la denuncia dei familiari di La Rosa, si sono concentrate sull’ipotesi del delitto. Le indagini ora proseguono per sapere quando il 35enne è stato assassinato e come, anche se l’ipotesi al momento più plausibile è che sia stato ucciso lo stesso giorno della scomparsa e che la profonda ferita al collo sia la causa di morte. La Rosa era “molto spaventato” dall’idea di incontrare Rullo, hanno riferito i carabinieri, sottolineando però che non è chiaro perché lo fosse. Molti i dubbi degli investigatori anche sull’ultimo sms partito dal cellulare di La Rosa verso quella della fidanzata il 15 novembre (subito dopo è stato spento): a scriverlo non sarebbe stato l’ex calciatore ma probabilmente i suoi assassini. Quando Antonietta Biancaniello è stata fermata da una pattuglia dei carabinieri in quello che doveva sembrare un normale controllo lungo la Milano-Meda, non ha tradito alcuna emozione e quando i militari gli hanno chiesto che cosa ci fosse in quel grande bidone di metallo blu che stava trasportando sulla sua utilitaria, lei avrebbe risposto tranquilla e imperturbabile: “Gasolio”.[irp]
In realtà, suo figlio Raffaele Rullo, era da tempo sospettato dell’omicidio (sentito più volte come persona informata sui fatti aveva fatto dichiarazioni smentite dagli accertamenti già eseguiti) e l’operazione di “spostamento di un carico ingombrante” era “attesa” e monitorata da giorni dai carabinieri. Così, ieri, l’auto della Biancaniello è stata portata in una caserma dell’Arma e il fusto “sigillato” è stato aperto dagli militari della Scientifica alla presenza del medico legale: si sapeva già che cosa contenesse. Il figlio è stato prelevato nell’abitazione di Seveso e, prima di finire a San Vittore, ha reso alcune dichiarazioni. Lo stesso ha fatto la madre, ma su cosa abbiano detto al momento vige il massimo riserbo anche in attesa dell’interrogatorio di garanzia da parte del gip. I prestiti, il primo di 30mila euro e il secondo da 8mila, fatti dalla vittima al suo presunto assassino non sarebbero giudicati “strani” dagli investigatori, che hanno spiegato che La Rosa aveva prestato denaro anche ad altri suoi amici. Circa seimila euro in contanti sono stati sequestrati dai carabinieri ai due indagati, insieme con il libretto di circolazione e le chiavi dell’auto di La Rosa, auto che non è stata ancora ritrovata.[irp]