Ex giocatore del Chelsea, “pagato per tacere su abusi sessuali subiti”

chelsea-gary-johnson

Cinquanta mila sterline per il silenzio: tanto sarebbe stato pagato Gary Johnson, oggi 57 anni, ex giocatore del Chelsea, per tenere la bocca chiusa sugli abusi sessuali subiti da ragazzo ad opera di Eddie Heath, l’osservatore che ne teneva d’occhio la carriera. Da alcuni giorni si erano diffuse voci secondo le quali il Chelsea aveva pagato negli ultimi tre anni qualcuno perché non riferisse dei fatti. Oggi, in un’intervista al Daily Mirror, Johnson ha affermato di ritenere che il Club, che nel frattempo ha rinunciato alla clausola di confidenzialità, “mi pagasse per tenere tutto sotto il coperchio”. “Il Chelsea ha milioni di tifosi in tutto il mondo, è una delle società più grandi e ricche del mondo”, dice l’uomo, “i suoi sostenitori hanno il diritto di conoscere la verità su quanto è successo. Quanto come me ci sono ancora?”.

Da parte sua il Chelsea ha fatto sapere di aver dato incarico ad uno studio legale esterno di portare a termine un’indagine ufficiale nei confronti di un ex dipendente, e si è rifiutato di dare altri commenti. “L’indagine riguarda una persona che ha lavorato per noi negli anni ’70, e che adesso non è più in vita”, si legge in uno comunicato del club, “abbiamo anche contattato la Football Association per assicurare il nostro pieno contributo nell’ambito della sua inchiesta più ampia, compresi i risultati della nostra inchiesta interna Martin Glenn, che siede ai vertici della FA, ha , già fatto sapere che i club trovati colpevoli di aver insabbiato casi di abusi su minori incorreranno nelle dovute sanzioni. La storia di Johnson e’ quella non di una stella di prima grandezza, ma di una vita spesa con la maglia del Chelsea sulle spalle. Ha giocato in premier league quattro stagioni, tra il 1978 ed il 1981, ma il suo ingresso negli spogliatoi risale al 1970, quando ad 11 anni era tra i ragazzi più piccoli. Cosi’ per due anni era finito in mano a Heath, a sua volta il primo degli osservatori del club, per cui lavoro’ tra il 1968 ed il 1979. Oggi Johnson ricorda quegli anni come un periodo di “vergogna e gravi problemi protrattisi anche alla fine dell’adolescenza”.