Un brano dedicato alla figlia, che l’ha aiutato ad uscire da un momento particolarmente brutto della sua vita. Fabrizio Moro torna sul palco dell’Ariston, nella sezione campioni, per la 67esima edizione del Festival di Sanremo, con “Portami via”, brano di cui è anche autore e che sarà contenuto nel suo nuovo album di inediti “Pace”, in uscita il 10 marzo.
L’artista romano si racconta ad askanews: “Portami via è una richiesta di aiuto che ho scritto in un momento molto difficile della mia vita. Ho scritto questi versi pensando a mia figlia che è stato l’unico essere umano a uscire da questo momento così devastante per me. È scritta per lei. Sembra dedicata a una donna, ma lei è l’unica donna che in questo momento amo nella mia vita. È dedicata a mia figlia Anita”. Tanta ansia, ma anche serenità alla vigilia della sua quinta partecipazione a Sanremo (due come cantautore e due come autore): “Mi guardo spesso indietro nel tempo, perché c’è un filo conduttore con Sanremo che dura ormai da diversi anni. Sicuramente c’è tanta ansia perché il palco di Sanremo, aldilà dell’esperienza che hai, mette sempre un po’ di ansia, perché in tre minuti devi raccontare tutto un lavoro durato anni, nel mio caso in due anni. Punto molto sul disco, sul tour, una produzione su cui sto credendo molto. Esprimere in tre minuti il cuore di questo progetto mette sempre un po’ d’ansia. Ma rispetto agli anni precedenti, c’è un maggiore equilibrio in me stesso. Comincio a sentirmi a casa, e poi credo sia il momento giusto per tornare su quel palco”.
Nella serata di giovedì, in cui il Festival sceglie di omaggiare la tradizione della canzone italiana, Fabrizio Moro interpreterà il brano “La leva calcistica della classe ’68” di Francesco De Gregori: “E’ uno dei più grandi pezzi della musica italiana. C’erano diverse opzioni davanti ai miei occhi, ma ho scelto questo perché è un pezzo che mi emoziona in particolar modo. È un pezzo che canto in maniera totalmente diversa dal Maestro e mi ricorda mio figlio che gioca a pallone, rivedo un po’ Nino in lui”. C’è un oggetto che Fabrizio Moro porta sempre con sé, quando si esibisce. “In realtà non sono scaramantico, ma porto sempre delle cose. C’è un rosario che mi ha regalato un mio amico napoletano, un rapper. E me lo porto sempre dietro. Mi dà energia”. Sulla scelta di Carlo Conti di portare i big a 22, l’artista risponde: “Spero venga data sempre più importanza alle canzoni e lui (Carlo, ndr) inserendo più artisti in gara ha cominciato a dimostratre questa cosa”.