Dopo il fallimento in Senato, Trump cerca una nuova strategia contro l’Obamacare

Dopo il fallimento in Senato, Trump cerca una nuova strategia contro l’Obamacare
18 luglio 2017

Fallito nuovamente il tentativo di approvare una proposta di legge per cancellare l’Obamacare e sostituirla con una nuova riforma sanitaria, il presidente statunitense, Donald Trump, ha imposto la nuova linea: “Lasciamo fallire l’Obamacare e poi uniamoci e facciamo un grande piano per la sanità”. Il presidente si è espresso, come sempre, su Twitter, dichiarandosi “deluso da tutti i democratici e da pochi repubblicani. La maggior parte dei repubblicani è stata leale, fantastica e ha lavorato molto duramente”. Poi, ha accusato il sistema: “Con una maggioranza molto ridotta, i repubblicani hanno bisogno di più vittorie alla Camera e in Senato, il prossimo anno [alle elezioni di metà mandato, ndr], visto che i democratici ostacolano e basta”; poi, un attacco alle regole che prevedono una maggioranza qualificata per evitare l’ostruzionismo in Aula: “Il Senato dovrebbe funzionare con una maggioranza di 51 voti, non con 60. Otto democratici controllano il Senato [i repubblicani hanno 52 senatori, i democratici 48, ndr]. È pazzesco!”. Ieri sera, dopo che i repubblicani avevano ammesso di non avere i voti necessari per approvare la riforma sanitaria in Senato, visto che due senatori si erano aggiunti ai due già contrari, Trump aveva scritto: “I repubblicani dovrebbero solo ABROGARE ora il fallimentare Obamacare e lavorare a un nuovo piano per la sanità che parta da zero”. Il piano B, annunciato dal leader della maggioranza, Mitch McConnell, prevede semplicemente di votare l’abrogazione degli elementi centrali dell’Obamacare, a partire dall’obbligo di assicurarsi, e dare vita a un periodo di transizione che dovrebbe durare due anni. In questi 24 mesi, il Congresso dovrebbe elaborare un nuovo piano per la sanità statunitense. 

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Due senatrici repubblicane, Shelley Moore Capito e Susan Collins, però, hanno già detto che si opporranno all’abrogazione dell’Obamacare, senza che si preveda contestualmente un nuovo piano; a questo punto, il Grand Old Party non potrà permettersi altre defezioni. Nel 2015, i repubblicani riuscirono a far passare l’abrogazione dell’Obamacare, ma si trattava di un’azione simbolica, visto che il presidente era Barack Obama; all’epoca, 52 senatori approvarono la cancellazione della riforma, con due soli repubblicani contrari: Mark Kirk e proprio Susan Collins, quest’ultima già tra i ‘colpevoli’ del nuovo fallimento in Senato. Nel frattempo, i democratici hanno affermato in Senato, attraverso il loro leader, Chuck Schumer, che la porta alla collaborazione “è aperta e i leader repubblicani devono solo attraversarla”. Schumer ha poi dichiarato che l’Obamacare non è perfetto e che il Congresso dovrebbe “lavorare per migliorarlo”. “Dovrebbe essere chiaro in modo cristallino che il cuore della riforma [dei repubblicani] è irrealizzabile. È ora di andare avanti. È ora di ricominciare. Invece di ripetere lo stesso processo fallimentare condotto da soli – ha detto il senatore, rivolgendosi agli avversari politici – i repubblicani dovrebbero lavorare con i democratici su una proposta di legge per abbassare i costi delle polizze, che dia maggiore stabilità al mercato e migliori il nostro sistema sanitario”. Schumer ha respinto l’accusa dei repubblicani, secondo cui i democratici non vorrebbero collaborare; al contrario, ha detto, sono i repubblicani ad aver sempre detto di non aver bisogno dei democratici.

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