Fallito nuovamente il tentativo di approvare una proposta di legge per cancellare l’Obamacare e sostituirla con una nuova riforma sanitaria, il presidente statunitense, Donald Trump, ha imposto la nuova linea: “Lasciamo fallire l’Obamacare e poi uniamoci e facciamo un grande piano per la sanità”. Il presidente si è espresso, come sempre, su Twitter, dichiarandosi “deluso da tutti i democratici e da pochi repubblicani. La maggior parte dei repubblicani è stata leale, fantastica e ha lavorato molto duramente”. Poi, ha accusato il sistema: “Con una maggioranza molto ridotta, i repubblicani hanno bisogno di più vittorie alla Camera e in Senato, il prossimo anno [alle elezioni di metà mandato, ndr], visto che i democratici ostacolano e basta”; poi, un attacco alle regole che prevedono una maggioranza qualificata per evitare l’ostruzionismo in Aula: “Il Senato dovrebbe funzionare con una maggioranza di 51 voti, non con 60. Otto democratici controllano il Senato [i repubblicani hanno 52 senatori, i democratici 48, ndr]. È pazzesco!”. Ieri sera, dopo che i repubblicani avevano ammesso di non avere i voti necessari per approvare la riforma sanitaria in Senato, visto che due senatori si erano aggiunti ai due già contrari, Trump aveva scritto: “I repubblicani dovrebbero solo ABROGARE ora il fallimentare Obamacare e lavorare a un nuovo piano per la sanità che parta da zero”. Il piano B, annunciato dal leader della maggioranza, Mitch McConnell, prevede semplicemente di votare l’abrogazione degli elementi centrali dell’Obamacare, a partire dall’obbligo di assicurarsi, e dare vita a un periodo di transizione che dovrebbe durare due anni. In questi 24 mesi, il Congresso dovrebbe elaborare un nuovo piano per la sanità statunitense.
Due senatrici repubblicane, Shelley Moore Capito e Susan Collins, però, hanno già detto che si opporranno all’abrogazione dell’Obamacare, senza che si preveda contestualmente un nuovo piano; a questo punto, il Grand Old Party non potrà permettersi altre defezioni. Nel 2015, i repubblicani riuscirono a far passare l’abrogazione dell’Obamacare, ma si trattava di un’azione simbolica, visto che il presidente era Barack Obama; all’epoca, 52 senatori approvarono la cancellazione della riforma, con due soli repubblicani contrari: Mark Kirk e proprio Susan Collins, quest’ultima già tra i ‘colpevoli’ del nuovo fallimento in Senato. Nel frattempo, i democratici hanno affermato in Senato, attraverso il loro leader, Chuck Schumer, che la porta alla collaborazione “è aperta e i leader repubblicani devono solo attraversarla”. Schumer ha poi dichiarato che l’Obamacare non è perfetto e che il Congresso dovrebbe “lavorare per migliorarlo”. “Dovrebbe essere chiaro in modo cristallino che il cuore della riforma [dei repubblicani] è irrealizzabile. È ora di andare avanti. È ora di ricominciare. Invece di ripetere lo stesso processo fallimentare condotto da soli – ha detto il senatore, rivolgendosi agli avversari politici – i repubblicani dovrebbero lavorare con i democratici su una proposta di legge per abbassare i costi delle polizze, che dia maggiore stabilità al mercato e migliori il nostro sistema sanitario”. Schumer ha respinto l’accusa dei repubblicani, secondo cui i democratici non vorrebbero collaborare; al contrario, ha detto, sono i repubblicani ad aver sempre detto di non aver bisogno dei democratici.