Dovrebbe esserci un secondo referendum sulla Brexit. A dirlo non sono quei politici, sia laburisti che conservatori, che non si sono rassegnati all’idea che il Regno Unito lasci la Ue, ma il principale esponente dell’euroscetticismo made in Britain, Nigel Farage. “Forse, ripeto forse, sto arrivando a pensare che dovremmo avere un secondo referendum sulla nostra appartenenza alla Ue”, ha detto l’ex leader dell’Ukip intervenendo sull’emittente Channel 5. L’idea di un secondo referendum, spiega però Farage, non è certo ispirata dalle difficoltà del negoziato con Bruxelles, né dalle incertezze sul futuro della Gran Bretagna fuori dall’Unione europea. Una nuova consultazione servirebbe per mettere a tacere le “lagne” di quei politici che non hanno accettato il risultato del precedente voto. “Quello che è certo -ha detto Farage- è che i Clegg, i Blair, gli Adonis non si rassegneranno mai. Andranno a vanti a lamentarsi e a frignare per tutta la durata di questo processo”. Quindi, un secondo referendum potrebbe essere, secondo Farage, lo strumento per metterli a tacere “per generazioni”, perché questa volta “le percentuali (per la Brexit, ndr) sarebbero molto più grandi”. A stretto giro di posta, la premier britannica Theresa May, tramite un suo portavoce, ha escluso categoricamente la possibilita’ di indire un secondo referendum sulla Brexit. “Sarebbe un tradimento agli elettori”, ha dichiarato il primo ministro, in risposta alla proposta evocata da Nigel Farage di una seconda consultazione popolare. Per la leader Tory inoltre un nuovo referendum avrebbe conseguenze negative sui negoziati con Bruxelles.