Fare il saluto fascista allo stadio non è reato

Il saluto fascista allo stadio non è un reato: è quanto emerge dalle motivazioni che hanno portato il tribunale di Livorno ad assolvere quattro tifosi del Verona. I fatti risalgono ad una partita di serie B del 3 dicembre 2011. “Non è il gesto in sé ad essere punito – ha scritto il giudice Angelo Perrone – ma la attitudine alla diffusione e alla pubblicizzazione di idee discriminatorie e violente.” Fondamentale è anche il luogo dove si compia il saluto romano: “la manifestazione sportiva di per sé (a differenza di una di carattere politico) non è normalmente il luogo deputato a fare opera di proselitismo e propaganda politica, come potrebbe verificarsi in occasione di un corte, di un comizio, di una manifestazione di piazza”. La legge e anche una sentenza della Cassazione, richiamata nella sentenza, sempre secondo il giudice Perrone, stabiliscono che non è reato se non si è di fronte ad “un pericolo concreto e attuale alla diffusione e alla pubblicazione di idee discriminatorie e violente che possano pubblicizzare un tentativo concreto di raccogliere adesioni a un progetto di ricostituzione del partito fascista”. E così “il fatto non costituisce reato”.

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