La Cgil chiede agli studiosi di riprendere la ricerca sui Fasci siciliani dei lavoratori per ristabilire la verita’ sulla storia del grande movimento operaio di cui oggi rischia di perdersi la memoria non solo in Sicilia ma anche in Italia e sulla sanguinosa repressione, con centinaia di morti, che ne decreto’ la fine. “Quella dei Fasci dei Lavoratori e’ stata la prima grande rivolta sociale che ha conosciuto l’Italia, un movimento innovativo, assimilabile ai grandi movimenti operai internazionali come la Comune di Parigi. La Sicilia, sia pur feudale ma modernissima, diede vita a un movimento di massa con rivendicazioni che poi diventarono quelle del sindacato e dei partiti – ha detto il segretario della Cgil di Palermo Maurizio Cala’, intervenendo al convegno di oggi organizzato dalla Cgil sui Fasci Siciliani -. Oggi questa importantissima pagina di storia rischia di essere dimenticata. Chiediamo di riaprire la ricerca storica ripartendo dalle sentenze dei Tribunali militari che sul sollevamento rivoluzionario di quegli anni non fecero giustizia ma produssero sentenze di condanna che di fatto azzerarono il movimento, tragicamente finito sotto i colpi della repressione, con centinaia di morti. Forse recuperando la memoria possiamo capire perche’ la Sicilia, che ha sempre prodotto grandi movimenti, spesso repressi nel sangue, a partire dalle vittime del mondo sindacale e della magistratura, oggi si trova in queste condizioni. E possiamo ripartire con un progetto di sviluppo che, partendo dalla lotta alla mafia, trovi la capacita’ di mettere insieme la politica e i bisogni di operai, artigiani, studenti, lavoratori”.
Presenti al convegno dal titolo “I fasci siciliani e il movimento dei lavoratori fra memoria e attualita’”, che si e’ svolto presso le scuderie di Palazzo Cefala’, in via Alloro, a Palermo, anche diversi sindaci dei paesi dove la rivolta fu repressa nel sangue, da Caltavuturo, a Marineo a Giardinello. A discuterne oltre a Cala’ e a Mimma Argurio, della segreteria Cgil Sicilia, lo storico Giuseppe Carlo Marino, Umberto Santino, direttore del centro Impastato, il ricercatore dell’Universita’ Paris 8 Dario Lanfranca, il segretario Anpi Palermo Angelo Ficarra, l’assessore Giusto Catania e Vito Lo Monaco, presidente del centro Pio La Torre. Ha concluso Adolfo Pepe, direttore della Federazione Di Vittorio.