Con il via libera dell’Enac (Ente nazionale aviazione civile) alla ripresa dell'”attività aeroscolastica”, riparte lentamente tra mille difficoltà anche l’Aviazione civile italiana, uno dei settori più colpiti dal lockdown dovuto al Covid-19. Connesso col turismo, è un comparto che conta circa 23mila piloti di Aviazione generale (tra professionisti e privati); 16mila sono invece i piloti di ultraleggeri (Vds – volo da diporto o sportivo) con un indotto di diversi milioni di euro l’anno. Askanews ha sentito le voci dei principali operatori del settore, a partire da Rinaldo Gaspari, presidente di Aopa Italia (Aircraft Owners and Pilots Association).
“La ripresa, quella che noi chiamiamo RNO (Return to Normal operation) ai livelli pre-covid sarà durissima – ha spiegato – e anche noi saremmo costretti a contare le nostre vittime in termini di aziende che saranno costrette ad affrontare, se saranno ancora in grado di farlo, un futuro incerto sia nell’ambito nazionale che per l’export”. Il blocco ha costretto a terra per mesi aerei e piloti con serie conseguenze su addestramento e manutenzione. Questo è l’aero club di Milano, a Bresso. Il presidente, Antonio Giuffrida. “I problemi che hanno portato alla chiusura dello scalo sono importanti – ha spiegato – la salute è sicuramente il bene primario, noi ora siamo pronti a riaprire nel rispetto dei protocolli di sicurezza”.
Diverse scuole, dove nascono i futuri piloti di linea, hanno organizzato lezioni teoriche online e ora sono pronte a riprendere anche i voli rispettando le norme della new normality come hanno raccontato Paolo Pocobelli, il pilota-eroe disabile istruttore a Verona-Boscomantico, premiato da Mattarella per aver salvato la vita al suo allievo dopo un’emergenza nell’Adige, ed Erich Kustatscher, titolare di una delle principali scuole di volo per ultraleggeri italiane, a Jesolo (Ve). “Abbiamo avuto una procedura autorizzata dall’Enac – ha spiegato Pocobelli – e abbiamo valutato qual era la piattaforma più stabile che ci consentisse di avere anche un riscontro delle presenza nell’aula virtuale”.
“Nessuno capisce per quale motivo non si possa volare – ha aggiunto Kustatscher – almeno uno per aeroplano, da solo, non vedo come possa infettare altre persone. Siamo da soli, siamo chiusi dentro”. Tra webinar e assemblee virtuali il settore si è attivato per studiare soluzioni condivise, nel frattempo, sono stati autorizzati manutenzione e voli scuola su aeroporti e aviosuperfici già aperti ma con rigide restrizioni e previa presentazione dell’analisi del rischio. “Ora qualcosa si sta muovendo – ha aggiunto Gaspari – grazie alle numerose richieste di tutti noi, con Enac (Ente nazionale aviazione civile) si è aperto un tavolo di lavoro per decidere il come e il quando”.
Molti aeroporti minori chiusi per decreto, infine, sono stati utilizzati solo dai voli militari di soccorso. A Cremona, città tra le più colpite dalla pandemia in Italia, l’Aero club ha messo a disposizione le sue strutture e un volontario per salvare il più alto numero possibile di vite umane. Il presidente, Angelo Castagna. “Sono molto orgoglioso di questa situazione – ha detto – e voglio ringraziare quelli che stanno ancora collaborando a questa iniziativa e dire grazie ai cittadini di Cremona che ci hanno riconosciuto il ruolo di servizio pubblico, nonostante siamo una struttura privata che non ha alcun costo a carico della comunità”. Un cenno lo merita la storia della 61enne Francesca Favalli, prima paziente italiana Covid trasportata in bio-contenimento dall’Aeronautica Militare che ora è guarita e sta bene.