Omicidio Loris, oggi udienza di convalida per il fermo della madre

Veronica parla dal carcere di Catania. Un’altra telecamera inchioderebbe la madre del piccolo Andrea. Il suo legale: “Si professa innocente”. di Maurizio Balistreri

o-PADRE-LORIS-MOGLIE-VERONICA-facebook

di Maurizio Balistreri

“Davide non mi abbandonare, fatemi sapere quando saranno i funerali che voglio partecipare”. E’ quanto implora Veronica Panarello dal carcere di Catania dove ha già trascorso due notti. Parole che arrivano da una cella di isolamento attraverso il suo legale Francesco Villardita che ribadisce che la mamma di Andrea Loris Stival “continua a professarsi assolutamente innocente”. “Chiede aiuto perché si svolgano indagini affinché venga preso il vero colpevole – afferma Villardita-. L’ho trovata ancora processualmente serena, provata perché si trova in carcere e chiede giustizia. E’ stremata e senza forze”. Dalla sua cella d’isolamento, dunque, Veronica continua a gridare la sua innocenza. Con il terribile omicidio di suo figlio di otto anni, avvenuto lo scorso 29 novembre, lei dice di non entrarci nulla, sebbene i magistrati di Ragusa la ritengono responsabile della morte del piccolo e dell’occultamento del cadavere. Intanto, anche oggi in carcere i detenuti non hanno mancato di esprimere il proprio rancore verso Veronica Panarello. Insulti e offese hanno scandito il ritmo della giornata nel penitenziario. “Assassina, devi morire”, le hanno urlato. E’ sola Veronica Panarello. Ancora piu’ sola di quanto lei stessa pare abbia detto alle sue guardie di voler restare.

Una drammatica storia che continua a tingersi sempre più di giallo tra accuse e smentite. “Mentre mi trovavo presso la mia postazione notavo sopraggiungere l’autovettura Volkswagen Polo di colore nero in uso” alla mamma di Loris, Veronica Panarello. E’ la vigilessa del comune di Santa Croce Camerina, Giuseppa Schembari a fornire la testimonianza che la difesa di Veronica ritiene fondamentale per scagionare la donna dalle accuse. Ma la testimonianza, secondo la procura di Ragusa che la riporta nel decreto di fermo emesso nei confronti di Veronica, è inattendibile. Le dichiarazioni della vigilessa, scrivono i pm, sono “altamente contraddittorie”. Ed infatti, dopo aver messo a verbale, il 30 novembre, di aver visto la Polo nera davanti alla scuola, la vigilessa viene nuovamente sentita dagli investigatori il 3 dicembre e fornisce una versione diversa. “Ritrattava quanto detto” scrivono i magistrati. “Posso dire che la donna al volante della Polo di colore scuro che ho visto transitare quella mattina nella via G. di Vittorio – è la seconda versione della vigilessa – era la madre di Loris. La cosa, invece, che non posso dichiarare con assoluta certezza è che la circostanza fosse legata a quella mattina”. Sempre sul fronte investigativo, c’è poi una telecamera, di cui finora non si conosceva l’esistenza, che inquadra l’auto di Veronica fare manovra per entrare nel garage della palazzina dove abitano gli Stival. La telecamera si trova su un’abitazione privata a pochi passi dalla casa del piccolo Loris. Il fatto che quella mattina Veronica avesse messo l’auto nel garage è apparsa strana anche al marito Davide: “perché l’ha fatto? – ha detto guardando il video mostratogli dagli investigatori – lei non ci andava mai. Parcheggiava sempre in strada”. Il mistero si infittisce. A parlare, invece, del carattere difficile di Veronica è sua mamma, Carmela Anguzza, ascoltata nei giorni scorsi dai magistrati. “Veronica è stata sempre una ragazza problematica, ma non è un mostro – chiosa la nonna del piccolo Andrea -. Sono convinta che nasconda qualcuno o qualcosa. Anche oggi mi dispiace, perché lei è mia figlia e non provo odio per lei, nonostante la morte di mio nipote”.

Parla senza mezzi termini, Carmela. “Mi ha accusata di avere preso Loris – svela – e mi ha mandato i carabinieri a casa: li ho fatti salire mettendo la mia abitazione a loro disposizione. La fontana vicina al Mulino Vecchio? E’ vero che la conoscevamo, ci andavamo a prendere l’acqua”. Poi c’è la sorella di Veronica Panarello, Antonella, che ha dei dubbi che all’inizio delle indagini ha condiviso con gli investigatori: “Sebbene non abbia alcuna prova – ha detto loro – non ritengo di potere escludere che sia coinvolta nella morte del bambino o che stia cercando di coprire qualcuno o nascondere comunque la verità”. La sorella di Veronica si sfoga. “Della morte di Loris mi ha colpito molto la frase che mia sorella mi ha detto: ‘ora lo portano a casa’, senza dire altro” e poi ha anche accusato nostra madre di “averlo preso lei il bambino, è evidente che non c’è con la testa”. “In un momento così difficile – ricorda – Veronica pensava a mandare via me e nostra madre e non al dramma che tutti in quel momento stavamo vivendo”. Secondo Antonella sua sorella è stata “sempre la figlia prediletta dai nostri genitori” e quando, nel 2004, si sono separati Veronica “è andata a vivere con Davide Stival” e da quel momento “non ha più voluto avere rapporti con mia madre” accusandola di “averla abbandonata”; invece, sostiene la sorella, “è stata lei a lasciare sola nostra mamma”. Ma lei era “una madre affettuosa e presente con i suoi figli”. Storie di una famiglia che vanno ad arricchirsi con un ulteriore drammatico capitolo.
Intanto a Santa Croce Camerina cresce l’attesa per la restituzione del corpo del bambino alla famiglia, e quindi la possibilità di celebrarne i funerali. Al momento la salma è ancora a disposizione dei magistrati, e il prelievo di dna effettuato martedì a Veronica Panarello durante l’interrogatorio fiume in Questura, lascia supporre che altri esami verranno effettuati sul corpo del piccolo Loris. Infine, si terrà oggi pomeriggio alle 15, nel carcere di Piazza Lanza a Catania, l’udienza di convalida del fermo nei confronti di Veronica.

Aggiornato 11:37