Favoreggiamento immigrazione, procura Trapani avvia indagini su alcuni esponenti Ong
Documentati casi in cui navi intervengono senza preventiva intesa con Guardia Costiera
“La Procura di Trapani ha in corso delle indagini concernenti l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: le indagini coinvolgono anche non le Ong in quanto tali ma soggetti appartenenti alle Ong”. A rivelarlo, nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Difesa del Senato, e’ stato Ambrogio Cartosio, il procuratore facente funzioni del capoluogo siciliano. Che rispondendo alle domande dei commissari, impegnati in una indagine conoscitiva destinata a concludersi domani, ha pero’ anche escluso che le Ong abbiano “finalita’ diverse da quelle umanitarie” e che i finanziamenti ricevuti “possano essere di origine illecita”. Allo stato, “non ci risultano contatti telefonici diretti tra la terraferma libica e le Ong”, ha assicurato Cartosio, mentre sono documentati dei casi in cui l’intervento delle navi e’ avvenuto “senza intesa preventiva con la Guardia Costiera”. Il procuratore ha ricordato come “sul piano tecnico giuridico, la soluzione del problema sia nell’articolo 54 del Codice penale che prevede la causa di giustificazione dello stato di necessita’”. Di fatto, “se una nave delle Ong, un mercantile, una nave militare, un peschereccio, un’imbarcazione privata, viene messa al corrente che alcune persone rischiano concretamente di annegare, deve soccorrerle, indipendentemente da dove si trovano. Il principio dello stato di necessita’ in questi casi travolge tutto, e l’eventuale favoreggiamento di immigrazione clandestina non e’ punibile”. Semmai, e’ sui limiti dell’estensione del concetto di stato di necessita’ che bisogna farsi delle domande, in attesa delle “valutazioni dei giudici”: la prospettiva cambia “se con esso si intende salvare anche chi si trova in un campo di concentramento in Libia, dove e’ tenuto prigioniero sotto la minaccia delle armi e viene torturato e violentato”.
Il procuratore facente funzioni di Trapani ha ammesso che la presenza di unita’ di polizia giudiziaria a bordo delle navi delle Ong potrebbe avere “risvolti positivi” ma “mi rendo conto anche che le necessita’ che hanno le Ong sono molto diverse e oggettivamente contrapposte a necessita’ di tipo giudiziario e poliziesco”. Siamo alle prese con uno “scenario complesso – ha ribadito il sostituto procuratore Andrea Tarondo – dove gli attori aumentano, dove ci sono organizzazioni che lucrano e anche appartenenti alle forze dell’ordine libiche pronte a lasciarsi corrompere”. In una conferenza stampa convocata a Roma, la rete delle Ong – raccolte sotto l’hashtag “A testa alta” – hanno replicato “alle gravi dichiarazioni e accuse di alcuni parlamentari e personaggi politici”. “Basta supposizioni”, “basta illazioni”, “basta supposizioni”, hanno ripetuto, sollecitando la “magistratura a fare chiarezza” ma chiedendo che, in mancanza di prove certe, si fermi “la campagna di denigrazione a mezzo stampa”. Di immigrazione ha parlato, a Pescara, anche il capo della Polizia, Franco Gabrielli, nel giorno in cui proprio un blitz della Polizia ha portato alla scoperta di una rete di trafficanti somali, alcuni dei quali risultati in contatto web con ambienti filo jihadisti. “Credo che l’Italia abbia fatto e stia facendo molto – ha sottolineato Gabrielli -. Qualcuno sta facendo meno. Se tutti facessimo di piu’ forse avremmo la capacita’ di essere piu’ efficienti nel rendere meno complicata la vita a queste persone e, al tempo stesso, far si’ che l’accoglienza non sia indiscriminata. L’accoglienza ha il limite dell’integrazione”. “Tutti questi morti, in mare e in stazione – ha scritto in una nota per il Sir monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e direttore generale della Fondazione Migrantes – chiedono non di indebolire, ma di rafforzare alcune azioni a tutela della dignita’ e della vita delle persone forzatamente migranti. Queste morti chiedono di estendere il controllo e il salvataggio nel Mediterraneo come prima e costante azione finche’ il ‘Mare Nostro’ restera’ l’unica via di fuga per le persone migranti”.