“Tornare” di Cristina Comencini ha chiuso la 14esima edizione della Festa del Cinema di Roma con il viaggio di una donna nel proprio passato, alla scoperta di tanti nodi dimenticati e mai sciolti. La regista è tornata a dirigere Giovanna Mezzogiorno a quasi 15 anni da “La bestia nel cuore”: “E’ passata la vita in mezzo – ha detto – e il film è anche questo”. Nella Napoli degli anni ’90 la protagonista Alice ritorna dagli Stati Uniti dopo una lunga assenza, in occasione del funerale del padre. In quella casa ricorda e ricostruisce la propria infanzia, l’adolescenza libera e ribelle, gli episodi che hanno segnato la sua vita. Gli squarci sul suo passato sono possibili anche grazie alla presenza di un uomo affascinante, che sembra conoscere tutto di lei.
“Il film racconta l’interno della protagonista, il tempo dentro di lei – ha spiegato Cristina Comencini – è il mio film più libero, per me il cinema è osare, raccontare storie emotive: qui ho raccontato un mondo interiore in cui il tempo non esiste”. Giovanna Mezzogiorno: “Credo che Cristina sia andata ancora più in profondità rispetto a La bestia nel cuore con un coraggio non indifferente”, aggiungendo che “questo è un film che può toccare tutti, perché chiunque vorrebbe tornare in contatto con ciò che era prima. Io ero un’adolescente odiosa – ha sottolineato – ma se incontrassi me bambina vorrei aiutarla, perché ne avrei avuto bisogno”.
Nel film emerge come la libertà della protagonista adolescente sia stata mal interpretata e abbia, in qualche modo, compromesso il resto della sua esistenza. “La carica di ricerca fisica, il desiderio, lo stare con i ragazzi, viene frainteso – ha detto ancora la regista – e questo succede anche oggi”. “Secondo me è un’esperienza di tutte le ragazze, io mi sono ispirata anche a una storia di una mia amica a cui dedico il film, secondo me è un’esperienza di tutte, anche mia, viene frainteso completamente”.