Per il festival “Orestiadi, nel segno del contemporaneo”, promosso dalla Fondazione Orestiadi con la direzione artistica di Claudio Collovà, domenica 6 luglio a Palazzo Di Lorenzo, alle 20,30, è in programma la serie teatrale “Il tempo libero” Episodi #1,#2, #3, di Gian Maria Cervo. Regie Carlo Fineschi e Monica Nappo Kelly. Con Vito Mancusi e Francesco Martino. E con Matteo Latino nel terzo episodio. Boschetti. Una produzione « Quartieri dell’arte e nutrimenti terrestri ». In collaborazione con “Urlo”. Ingresso libero.
La serie “Il tempo libero” di Gian Maria Cervo, uno dei drammaturghi italiani più rappresentati e attivi a livello globale, approda al Festival “Orestiadi, nel segno del contemporaneo” grazie a una collaborazione tra il Festival Quartieri dell’Arte, Nutrimenti Terrestri, Urlo e lo storico Festival siciliano di teatro e arti visive, fondato da Ludovico Corrao e oggi diretto da Claudio Collovà. “Il tempo libero” è un esperimento in teatro di scrittura seriale che mette insieme sviluppo verticale (tipico della serie tv) e sviluppo orizzontale del personaggio. La relazione erratica tra due persone, Adamo, scienziato che fa ricerche su materia oscura e energia oscura e Federico, giovane italiano ad Amsterdam, diventa metafora del mondo erratico dei nostri giorni, in perenne lotta contro la caduta della civiltà. Gli incontri tra i due protagonisti si sviluppano, attraverso gli anni, a partire dai giorni del fallimento della Lehman Brothers in un gioco di rimandi, foreshadowing e rivelazioni. Il progetto, ora al terzo episodio, ha avuto inizio allo Schauspiel Essen, in Germania, ed è poi proseguito al teatro Gunagu di Bratislava. La versione italiana ha fatto tappa nei teatri Palladium, Olimpico e India di Roma (varie versioni europee della serie sono state messe in scena o sono in programmazione).
Sempre domenica 6 luglio, alle 22, in piazza XV Gennaio concerto di Valeria Cimò e Ma’aria dal titolo “Terra”. Con Valeria Cimò, autrice compositrice, voce e percussione, Romina Denaro, al contrabasso, Francesco Biscari, al violoncello e Gianluca Dessì, alla chitarra. Ingresso libero.
Terra dei Ma’arìa è una trilogia che affonda il suo primo prodotto in “sugnari”, sulla necessità del sogno per la mente collettiva, si sviluppa in “menti”, monografia sulla dualità e sulla scissione ragione-emozione come tendenza occidentale.
Terra ha il credo che rivendica una pratica contadina materna: l’impulso con cui perseveriamo lo scarso rispetto del corpo della terra è che non rispettiamo quello della donna, e di riflesso, neanche quello dell’uomo. Il culto della madre terra rivisitato grazie e oltre il femminismo, oltre l’arcaico che così tanto ci nutre, nell’anarchia di cui mi cibo quotidianamente, oltre l’apocalisse, oltre il catastrofismo.