Pochi gli emendamenti votati, uno solo dei quali approvato ieri sera, e l’assemblea sta ancora lavorando all’articolo 1 del ddl. Una situazione che, sommata alle eventuali pause, mette fortemente a rischio l’approvazione delle riforme entro il 29 di gennaio. Dal Pd il monito di tenere su due piani separati riforme e Quirinale, non sono consentiti meccanismi di “do ut des” che intervengano nella scelta del capo dello Stato. Da Ncd Nunzia De Girolamo lancia il monito: i problemi sono interni al patto del Nazareno, siano quindi risolti al Nazareno. Brunetta non sembra smentirla quando finisce con l’accusare Speranza di averlo visto a colloquio con Raffaele Fitto, capo della minoranza interna di Fi, e parla di “inciucio”. Per il Movimento 5 stelle e la Lega il caos in Aula è da attribuire anche alla maggioranza.
A dare una mano ieri alle opposizioni anche la notizia della liberazione delle due cooperanti rapite in Siria. Circostanza che ha immediatamento visto Fi, M5s, FdI chiedere una sospensione del voto per discutere del rilascio e chiedere che il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, vada a riferire in Aula. Da Area popolare (Ncd e Udc) si chiede che persone intelligenti non utilizzino una notizia così bella per guadagnare qualche minuto. La presidente di turno, Marina Sereni, concede 5 minuti a chi voglia intervenire sulla liberazione delle due donne. Per domani non sono previste sedute con all’ordine del giorno, quindi tutto è rimandato alla prossima settimana. E nella giornata di mercoledì Silvio Berlusconi avrà un incontro con i deputati di Forza Italia sull’elezione del capo dello Stato.