Fi-Sel al Colle dopo strappo sulle riforme. In attesa di Grillo

Fi-Sel al Colle dopo strappo sulle riforme. In attesa di Grillo
17 febbraio 2015

Dopo le polemiche, le risse in aula e l’Aventino proclamato dalle opposizioni sul ddl Boschi di riforma costituzionale, lo scontro istituzionale è approdato al Quirinale. Il presidente della Repubblica ha ricevuto in mattinata le prime delegazioni delle minoranze parlamentari: il capogruppo alla Camera Renato Brunetta a nome di Forza Italia e subito dopo il presidente di Sel Nichi Vendola, accompagnato dai capigruppo di Camera e Senato Arturo Scotto e Loredana De Petris.
Con un tweet, il leader del Movimento 5 stelle ha annunciato a sua volta che sarà presto, in data da concordare, al Quirinale, dopo che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “ha cortesemente risposto” alla “mia richiesta di incontro. La ringrazio Presidente! Ci vediamo al Quirinale”, ha scritto Beppe Grillo.

Sul tema dello scontro consumatosi nell’aula di Montecitorio la scorsa settimana è intervenuta anche la presidente della Camera Laura Boldrini, replicando alle accuse di essere “serva” della maggioranza che le sono state rivolte dal M5S: “Una cosa inqualificabile”, ha commentato. “Mi riconosco – ha aggiunto – nella definizione (di arbitro, ndr) che il presidente Mattarella ha dato di se stesso. Però il gioco funziona bene – come il presidente ha ricordato – se i giocatori sono corretti”.

Brunetta è arrivato al Colle da solo, in auto. Al capo dello Stato, ha raccontato il capogruppo azzurro, “ho ricordato Calamandrei, che diceva che quando si riforma la Costituzione i banchi del governo devono essere vuoti. Renzi invece è venuto in Parlamento con un atteggiamento non rispettoso l’altra notte alle due”. In ogni caso, ha aggiunto, “conoscendo Mattarella non da oggi penso che userà tutti gli strumenti previsti dalla Costituzione per ripristinare un clima di dialogo”.

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Vendola ha parlato di “Parlamento umiliato” dai decreti, dai voti di fiducia e dalla accelerazione sulla riforma costituzionale, ed ha posto l’accento sulla speranza che il capo dello Stato possa intervenire. “Non siamo abituati – ha precisato – a tirarlo per la giacca o a gettarlo nell’agone politico ma abbiamo sentito il dovere morale di rivolgerci al garante della Costituzione”. Secondo il leader di Sel “Renzi dovrebbe rivolgersi con più rispetto a chi siede in Parlamento, anche a una piccola forza come Sel. Ogni volta che allude a noi dicendo ‘una parte di Sel’ inquina la dialettica democratica. Certo, una parte del Pd vuole procedere così, in maniera impropria e inadeguata ma noi vogliamo serietà da parte del governo”.

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