FI verso rinnovamento. Berlusconi: io fuori dalla politica. Fitto lavora per gruppi autonomi

il Cavaliere attacca Renzi a testa bassa sul decreto pensioni e definisce “inaccettabile” la decisione di restituire 500 euro a 4 milioni di persone

berlusconi

di Barbara Acquaviti

Dichiara di essere “fuori dalla politica”, o meglio dalla politica dei “professionisti” perché poi in campo ci resta lo stesso visto che – dice – ha “un grande senso di responsabilità” verso il suo Paese. Silvio Berlusconi fa tappa a Saronno per la campagna elettorale e sembra voler annunciare quel passo indietro che tanti in Forza Italia temono e tanti altri, invece, auspicano. Per ora, però, bisogna cercare di portare a casa il bottino elettorale ed evitare che il partito azzurro raggiunga il punto di non ritorno del calo di consensi.
Poi, ci sarà tempo per il rinnovamento o per la dismissione. Dunque il Cavaliere attacca Renzi a testa bassa sul decreto pensioni e definisce “inaccettabile” la decisione di restituire 500 euro a 4 milioni di persone. “La sentenza della Consulta – osserva – è stata chiara. Bisogna restituire a tutti quello che è stato tolto e che la Corte ha giudicato non corretto”. Accade invece che, dopo giorni di fendenti, l’ex premier scelga sostanzialmente di ‘snobbare’ Raffaele Fitto. “Faccia quello che vuole”, dice commentando la decisione di chiamarsi fuori da Forza Italia.

Decisione che ieri ha vissuto un primo passo concreto: l’eurodeputato pugliese, infatti, come annunciato, ha dato l’addio al gruppo dei Popolari europei e ha chiesto l’adesione ai Conservatori, scegliendo dunque di fare riferimento alla “azione politica di David Cameron”. Primo step di un percorso che inevitabilmente porterà alla nascita di nuovi gruppi sia alla Camera che al Senato. Dopo dieci giorni di full immersion in Puglia, infatti, domani Fitto sarà a Roma per riunire i ‘suoi’ e dopo, alle 11, terrà una conferenza stampa. Non è detto che sarà l’occasione per l’annuncio ufficiale, sebbene il dado sia ormai tratto. La campagna elettorale in corso – e il fatto che qui e lì i fittiani siano alleati ancora di Forza Italia – spinge molti potenziali aderenti al gruppo alla prudenza. Per questo i numeri restano ballerini: tra i 14 e i 23 alla Camera (per fare un gruppo ne servirebbero 20), tra i 13 e i 15 al Senato (per un gruppo ne bastano 10). Il treno, comunque, è già partito e la convinzione tra gli uomini più vicini all’eurodeputato è che presto in molti vorranno salire a bordo vedendo ormai in declino il percorso dello storico leader. Ma l’intenzione – viene precisato – non è (ancora) quella di dare vita a un nuovo partito. Per ora si parla di regole e di programmi intorno a cui aggregare il centrodestra, a cominciare dall’idea di primarie.