Ficarra e Picone inaugurano la stagione con Le rane di Aristofane
La regia è di Giorgio Barberio Corsetti. Poi in tournée a Napoli, Genova, Roma, Brescia, Pescara e Ancona
Con il debutto in prima nazionale della nuova edizione de Le rane di Aristofane, interpretata da Salvatore Ficarra e Valentino Picone, che il regista Giorgio Barberio Corsetti ha riallestito per i teatri all’italiana dopo lo straordinario successo al Teatro Greco di Siracusa, si inaugura giovedì 25 ottobre, alle 21.00, la stagione in Sala Grande del Teatro Biondo di Palermo.[irp]
Il riallestimento dello spettacolo, prodotto dall’Inda – Istituto Nazionale del Dramma Antico, è curato dal Teatro Biondo di Palermo insieme al Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale e Fattore K. Le scene sono di Massimo Troncanetti, i costumi di Francesco Esposito, le luci di Marco Giusti e le riprese video di Igor Renzetti e Lorenzo Bruno. I SeiOttavi hanno composto le musiche, che eseguono in scena, mentre Marzia Gambardella dirige le marionette ideate da Einat Landais e costruite da Carlo Gilè. Al fianco dei due protagonisti, recitano Valeria Almerighi, Gabriele Benedetti, Gabriele Portoghese, Giovanni Prosperi, Francesco Russo, Roberto Rustioni. Repliche al Teatro Biondo fino al 4 novembre e successivamente in tournée a Napoli, Genova, Roma, Brescia, Pescara, Ancona.
Riuscire a far ridere con un testo di 2500 anni fa, il senso della scommessa è tutto qui: prendere il testo di Aristofane, un vecchio pezzo d’argenteria teatrale, e lucidarlo fino a farlo splendere nuovamente, come se fosse appena forgiato. Per ottenere questo risultato, la prima condizione è disporre di una coppia di comici di assoluta eccellenza come Ficarra e Picone, il duo che negli ultimi vent’anni ha incarnato il più autentico talento nel campo dell’umorismo. L’autorevole regia di Giorgio Barberio Corsetti abbatte definitivamente il discutibile confine che separa lo spettacolo “alto” dallo spettacolo “basso”, un po’ come aveva fatto Pasolini con Totò per Uccellacci e uccellini. Le Rane, sfrondato dagli anacronismi, dimostra che per il genere comico può esistere una manifattura a lunga conservazione, che consenta di ridere anche oggi, e consapevolmente, di un testo classico.[irp]
Il dio del teatro Dioniso, interpretato da Salvo Ficarra, e il suo servo Santia, interpretato da Valentino Picone, si recano nell’oltretomba per riportare alla vita Euripide (Gabriele Benedetti). Ma questi è assorto in un furioso litigio con Eschilo (Roberto Rustioni) per stabilire chi dei due sia il più grande poeta tragico. Dioniso si fa giudice e, scegliendo di anteporre il senso della giustizia e il bene dei cittadini alle proprie preferenze personali, finisce per dare la palma della vittoria ad Eschilo, che dovrà salvare Atene dalla situazione disastrosa in cui si trova. Eschilo accetta di tornare tra i vivi lasciando a Sofocle il trono alla destra di Plutone, a patto che non lo ceda mai a Euripide.