Fillon verso incriminazione, ma il candidato della destra non si ritira. Attacco di Hollande

L’ex premier è coinvolto nell’inchiesta sugli impieghi fittizi della moglie e dei figli

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A meno di due mesi dal primo turno delle presidenziali Il candidato della destra alle elezioni presidenziali in Francia, l’ex premier, François Fillon, ha preannunciato la sua (e della moglie Penelope) prossima incriminazione nell’ambito dell’inchiesta sugli impieghi fittizi della moglie e dei figli, ma, contrariamente a quanto preannunciato, ha promesso di non ritirarsi e di “andare fino in fondo” verso il voto di aprile-maggio. Immediate – e molto accese le reazioni del mondo politico – con il coordinatore per gli affari internazionali della campagna di Fillon che si sfila e lo accusa di non mantenere “la parola data” mentre il partito centrista dell’Udi sospende la sua partecipazione alla campagna, di fatto ritirando il suo sostegno a Fillon. Ironia della sorte, ieri l’ex premier ha raggiunto le 500 firme di ‘parrinage’ necessarie per correre davvero per la presidenza, e tra i candidati è l’unico sinora ad esserci riuscito. “Il mio avvocato è stato informato che sarò convocato il 15 marzo dai giudizi istruttori per essere incriminato”. Ma “non cederò, non mi ritirerò” ha proseguito Fillon, che ha aggiunto di essere vittima di “un assassinio politico”, ha smentito tutte le accuse e detto che la famiglia lo ha “assistito” nel corso della sua carriera politica.

“Fin dall’inizio, non sono mai stato trattato come chiunque altro si trovi davanti al sistema giudiziario” ha detto alla stampa. L’inchiesta in corso da paio di mesi ha ostacolato la sua corsa all’Eliseo, che inzialmente conduceva. Ora è terzo nei sondaggi dietro alla leader di estrema destra Marine Le Pen e al centrista Emmanuel Macron. A stretto giro di posta, ha risposto a Fillon proprio Macron che si è detto contrario a qualsiasi “tregua giudiziaria” durante la campagna elettorale accusando il rivale conservatore François Fillon – indagato dalla magistratura – di aver perso “il controllo dei nervi e il senso della realtà”. “Non sono favorevole ad una tregua giudiziaria, sono favorevole al normale funzionamento delle nostre istituzioni e al normale lavoro della giustizia” ha dichiarato Macron, avvertendo: “Non diamo al voto democratico un ruolo assolutorio che non è il suo”. Fillon ha annunciato di essere stato convocato dai magistrati per l’incriminazione formale, ma ha escluso qualsiasi ipotesi di ritiro dalla corsa all’Eliseo – per cui era favorito – e affermando di esser stato vittima di un “omicidio politico”. Dello stesso tenore la presa di posizione del socialista Benoit Hamon, che ha denuciato “l’incredibile violenza” delle affermazioni del rivale conservatore, François Fillon, nei riguardi “della magistratura e della giustizia”.

Dal canto suo il candidato della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon, ha denunciato gli attacchi di Fillon contro la giustizia. Melencheon ha detto di provare “quasi pena” per la destra, che meriterebbe “un candidato presentabile”.  A sigillare la questione, le parole di condanna del presidente Hollande. François Hollande ha preso “solennemente” posizione “contro chi tenta di discreditare i magistrati” nell’ambito della campagna presidenziale, chiamando in causa senza menzionarli i candidati della destra e dell’estrema destra, François Fillon e Marine Le Pen. “In quanto garante dell’indipendenza dell’autorità giudiziaria, ci tengo a prendere solennemente posizione contro chi tenta di discreditare i magistrati nelle inchieste che conducono nel rispetto dello Stato di diritto”, ha dichiarato il capo dello Stato . “Una candidatura alle elezioni presidenziali non autorizza a gettare il sospetto sul lavoro della polizia e dei giudici, a creare un clima di sfiducia incompatibile e, peggio ancora, a lanciare accuse estremamente gravi contro la giustizia e le nostre istituzioni”, ha detto Hollande. “Il popolo francese è sovrano” e “potrà pronunciarsi nelle prossime elezioni presidenziali”, rileva il capo dell’Eliseo che “ricorda” tuttavia “che la giustizia si pronuncia anche in suo nome e che nessuno vi si può sottrarre”. Hollande allude alla presidente del Front national che a fine febbraio si è rifiutata di rispondere ad una convocazione degli inquirenti nell’ambito della vicenda degli assistenti di eurodeputati del suo movimento, invocando una “tregua giudiziaria” durante la campagna elettorale. Da parte sua François Fillon ha annunciato che non rinuncerà alla sua candidatura all’Eliseo nonostante sia ufficialmente indagato in connessione con i presunti impieghi fittizi della moglie e dei figli, denunciando con virulenza un “assassinio politico”.