di Gaetano Mineo
Sono passati quaranta giorni dal suo insediamento e già Alessandro Baccei è più che consapevole che “il mondo della Regione Siciliana e’ molto complesso”. S’è già immerso tra le cifre di un bilancio che ha un buco di oltre due miliardi di euro. Cifre per difetto e per le quali “non parlerò” perché “e’ piu’ utile che io mi impegni a capire come tappare questo buco”, dice lo stesso assessore all’Economia della Regione Siciliana. Baccei sembra aver individuato le “due le cause dell’indebitamento”. “La prima – spiega – sono le entrate di previsione piu’ alte di quelle accertate. L’altra causa sono le anticipazioni sulla spesa comunitaria”. A questo punto, “il mutuo serve per avere un po’ di liquidita’ e sblocchera’ anche 800 milioni per la Sanita’”. A Palazzo d’Orléans si continua a raschiare il barile, auspicando che quest’ultimo continuerà a sopravvivere. Eloquente il titolare dell’Economia quando parla di “riforme, che consisteranno quasi esclusivamente in riduzione della spesa”. La strada per Baccei è in salita e non priva di ostacoli soprattutto con una maggioranza, per non parlare dell’opposizione, sempre in fibrillazione. D’altronde, lo sa bene, l’assessore, essendo un tecnico inviato dal premier Matteo Renzi per capire qual è lo stato di salute delle casse siciliane, che “la battaglia dei prossimi quattro mesi si fara’ nella trattativa con Roma”.
Fino ad allora, si tirerà a campare con un esercizio provvisorio appena varato dalla giunta Crocetta. “E’ stato gia’ difficile mettersi al tavolo e chiudere il bilancio così – afferma Baccei – perche’ le spese erano abbastanza superiori alle entrate. Fino ad aprile ho cercato di assicurare le spese indispensabili e garantire gli stipendi a lavoratori della Regione, Enti, partecipate e precari”. “Non sono assolutamente tranquillo – continua a ripetere -. Nel bilancio ci sono delle forzature. Ma siamo stati costretti. Abbiamo guadagnato quattro mesi di tempo”. Intanto, il governo Crocetta sta lavorando alla Finanziaria. Una manovra “che non ha niente di sconvolgente ma ci consentira’ di metterci in linea con la normativa nazionale e con le raccomandazioni della Corte dei Conti”. Per il rilancio della Sicilia, invece, Baccei punta sui 20 miliardi di fondi europei. Vedremo. Dunque, le sorti della Sicilia sono legate a Roma. Ma ciò non è una novità, di certo è un’anomalia, parlando di una Regione a Statuto Speciale. Almeno così recita la Carta. Frattanto, Crocetta sta tracciando un piano da portare sul tavolo del suo compagno di partito Renzi affinché possa avere il via libera a produrre una Finanziaria ‘credibile’. Ma Baccei avverte: “Il governo e’ stato molto duro. Se non ci presentiamo con riforme strutturali, il tavolo non si aprira’ nemmeno”.