E’ stata sostanzialmente bocciata la proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito, affrontata oggi in un lungo dibattito dal Consiglio regionale del Veneto. Ai 22 voti contrari si sommano i 3 astenuti che valgono anch’essi come un no. Quindi 25 no ed altrettanti voti a favore. C’è stata anche un’assenza. Erano in votazione 5 articoli.
Quando è stato bocciato il secondo, ill presidente del Consiglio, Roberto Ciambetti, ha proposto il rinvio in commissione, trattandosi, come ha spiegato, di “un articolo fondamentale. Il centrodestra si è presentato al voto spaccato: con Fdi e Fi contrari, il presidente Luca Zaia e parte della Lega favorevoli, un’altra parte dello stesso Carroccio ha votato contro o si è astenuta. Un’astensione anche nel Pd.
La proposta di legge prevedeva che le aziende sanitarie garantivano tempi e modi omogenei per la valutazione delle richieste di suicidio medicalmente assistito. Sullo sfondo, la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale che definisce le quattro condizioni da rispettare per il via libera al suicidio medicalmente assistito. E dunque, il richiedente deve avere una patologia irreversibile. La malattia deve essere fonte di sofferenze intollerabili. La persona deve essere tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitali. E deve essere pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.