Un bimbo di 22 mesi e’ morto colpito da meningite nella serata di ieri all’Ospedale pediatrico Meyer. Il laboratorio di immunologia dell’ospedale conferma la diagnosi di sepsi da meningococco di tipo ‘C’ deceduto nella tarda . Il piccolo, residente in Lucchesia, e’ arrivato al Meyer intorno alle 21 a bordo di un’ambulanza. Le sue condizioni, al momento dell’arrivo, erano disperate: i medici hanno tentato a lungo di rianimarlo, ma purtroppo il bimbo non ce l’ha fatta.
Da quanto risulta, il bambino non era stato vaccinato. Stando a quanto reso noto dalla Azienda Usl Toscana Nord-Ovest riguardo al caso del bambino di 22 mesi residente a Porcari (Lucca) morto per menigite, il paziente e’ stato accompagnato dai propri genitori alle 18,39 di ieri al pronto soccorso dell’ospedale San Luca di Lucca, dopo essere stato visitato dal proprio pediatra di fiducia. Il piccolo, che gia’ era molto sofferente e aveva febbre alta, e’ stato trattenuto in codice rosso al pronto soccorso e qui sono stati effettuati i prelievi e gli esami del caso, che hanno evidenziato una situazione molto complessa. Visto il quadro clinico che ha subito fatto pensare ad una sepsi meningoccica – spiega ancora l’azienda sanitaria – e’ stata avviata una terapia ad hoc ed e’ stato disposto il trasferimento all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze: l’ambulanza con anestesista a bordo e’ partita da Lucca poco dopo le 20 ed e’ arrivata all’ospedale pediatrico fiorentino intorno alle 21.
SOLO 76% BIMBI VACCINATI, OBIETTIVO 95% Un bambino su 4, il 24% del totale, in Italia non e’ vaccinato contro il meningococco C, principale causa della meningite pediatrica nel nostro paese. Il dato, riferito al 2015, fotografa una situazione drammatica: e’ di oggi il decesso di un bambino di 22 mesi non vaccinato a Firenze. La cifra del 76% di vaccinati entro i 24 mesi di eta’ non deve trarre in inganno: l’obiettivo fissato dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale fissa una soglia ottimale di copertura pari o superiore al 95%. E’ quella la cifra, secondo l’Oms, in grado di garantire un freno decisivo a eventuali epidemie, garantendo quell'”immunita’ di gregge” che automaticamente rende sicuri anche i pochi non vaccinati. Un target che al momento e’ pura utopia. Eppure il nuovo vaccino “coniugato” contro il meningococco C, prodotto alla fine degli anni ’90, ha dimostrato un’efficacia pari al 100%.
Con effetti collaterali scarsi: prevalentemente gonfiore e rossore nel punto dell’iniezione, salvo rarissimi casi di shock anafilattico. La buona notizia e’ che nel 2015 la copertura vaccinale contro la meningite e’ aumentata del 3,6%, a fronte di altri vaccini in forte calo (dalla polio al tetano, dall’epatite B alla pertosse), ma partiva da dati decisamente piu’ bassi. Per giunta le differenze regionali sono enormi: se in Toscana, teatro di quest’ultimo preoccupante focolaio, si raggiunge una copertura del 90,85%, il dato piu’ alto in Italia, in Sicilia la copertura crolla al 60,48%, e in Campania addirittura al 50,04. Molto bassi anche Lazio (68,16%), Calabria (67,90), e provincia di Bolzano (63,12). Mentre sopra la media si collocano Piemonte (86,35), Valle d’Aosta (83,12), Lombardia (85,77) e Friuli (84,06). Al sud spicca, tra dati bassi, quello positivo della Basilicata (85,83%). Il vaccino non e’ obbligatorio, ma raccomandato, ed e’ inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza: in una parola, e’ gratis.