Firme false Cinquestelle, c’è anche quella del genero ex giudice Borsellino. Nuovi testimoni

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Ci sarebbe anche la firma di Fabio Trizzino, ingegnere, marito di Lucia Borsellino, figlia del giudice ucciso dalla mafia, tra le firme falsificate per la presentazione della lista del M5S per le comunali a Palermo del 2012. Trizzino, chiamato dalla polizia mentre era a Roma per riconoscere la sua sottoscrizione, ha dichiarato di non aver firmato a sostegno di liste per le elezioni, ma ha ricordato di avere apposto una sottoscrizione a sostegno del referendum abrogativo della legge di privatizzazione dell’acqua. Sarebbe dunque un nuovo caso – anche un legale e un commercialista hanno raccontato la stessa cosa – che complica la vicenda delle firme false. Inizialmente l’inchiesta, infatti, aveva ipotizzato che per sanare un errore erano state copiate centinaia di firme realmente apposte a sostegno della lista, ma secondo il racconto di alcuni testimoni ci sarebbero anche l’uso fraudolento di sottoscrizioni rilasciate in occasioni che nulla avevano a che fare con le elezioni.

“Ricordo che mi fermò Nuti (parlamentare nazionale che sarebbe tra gli indagati ndr) – racconta Trizzino – per chiedermi la firma. Escludo fosse per le elezioni, non l’avrei messa, ma si trattava di una causa in cui credevo, come quella dell’acqua”. “Se si arriverà a un processo – aggiunge il genero di Paolo Borsellino – mi costituirò parte civile perchè l’usurpazione di una firma è una cosa gravissima”. L’indagine, che può contare su tre testimoni chiave e su centinaia di disconoscimenti, è a una svolta e in settimana dovrebbero cominciare gli interrogatori degli indagati che sarebbero una decina. Tra loro anche un cancelliere del tribunale e alcuni deputati nazionali dei Cinque Stelle. Intanto, sfilano altri testimoni nell’inchiesta sulle firme false a sostegno della lista dei Cinque Stelle alle comunali di Palermo del 2012: gli interrogatori degli otto indagati si terranno dunque alla fine della settimana, perche’ ancora non sono partiti gli inviti a comparire, alcuni dei quali riguardano parlamentari nazionali e devono essere notificati a Roma. Stamattina i testimoni ascoltati, una decina, dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia, non hanno aggiunto nulla di nuovo, nel panorama investigativo gia’ a conoscenza degli inquirenti. Molti dei testi hanno infatti escluso di avere partecipato alle operazioni che si tennero nella sede del comitato elettorale dei 5 stelle il 3 aprile 2012, per la presentazione delle liste. Si fa delicata la posizione del cancelliere che avrebbe dovuto controllare la regolarita’ formale delle firme, che si sarebbero dovute apporre teoricamente in sua presenza.