Fisco e Jobs Act, il Buon Natale di Renzi. “Altro che chiacchiere”

Fisco e Jobs Act, il Buon Natale di Renzi. “Altro che chiacchiere”
24 dicembre 2014

 

di Giuseppe Novelli

Un paio di rinvii della riunione, una lunga discussione, ma alla fine Matteo Renzi ha vinto. I decreti attuativi del Jobs Act hanno ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri. Ma non è stato semplice. Il premier ha dovuto ingaggiare un duro braccio di ferro con il Nuovo centrodestra che però è stato costretto, come spesso accade, a cedere.  Un lavoro extra alla vigilia di Natale, per il governo, al termine del quale Matteo Renzi può rivendicare: “Altro che chiacchiere. In 10 mesi abbiamo consegnato leggi e strumenti di grande qualità, e avviato una rivoluzione copernicana”. A partire dall’attuazione del Jobs Act che apre per l’Italia “una fase di straordinario cambiamento e di straordinaria apertura”. Per il premier Renzi quella attuata oggi è una “rivoluzione copernicana” e ora le imprese che vogliono investire non hanno più alcun alibi. Resta il reintegro mentre l’indennizzo per il lavoratore che viene licenziato sarà di “due mensilità per ogni anno di servizio, non inferiore a quattro mensilità e non superiore a 24”. Non c’è invece il cosiddetto ‘opting out’ voluto da Ncd, cioè la possibilità di un indennizzo più elevato per il lavoratore licenziato ingiustificatamente al posto del reintegro. Mentre non è previsto il licenziamento per “scarso rendimento” anche se “un datore se vuole può intervenire attraverso il licenziamento per motivi economici”.

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Un provvedimenti che solo “ideologia o malafede” possono far criticare. Certo, da destra volevano norme ancora più ‘liberiste’, “ma dove erano in tutti questi anni? Nessuno si è spinto fin dove siamo arivati noi”. E se da sinistra chiedevano più tutele, “ricordo l’Aspi e il contratto a tutele crescente”. Se poi qualcuno è scontento, nessun problema: “Ci sono momenti in cui un leader o presunto tale si assume la responsabilità delle scelte finali. Si poteva fare di più? Può darsi, ma intanto abbiamo fatto dei passi avanti”. E poi gli altri provvedimenti di oggi: “Un fisco più semplice e sanzioni più dure per chi evade” grazie alla delega fiscale; il provvedimento per l’Ilva di Taranto con 2 miliardi di investimenti per “rimediare agli errori del passato”; un decreto Milleproroghe “molto breve e rigoroso, sarà un ‘ventiproroghe…'”. Il tutto accompagnato dal lavoro di questi 10 mesi: “Abbiamo la riforma della Costituzione in seconda lettura, la legge elettorale in seconda lettura, un’incredibile attenzione alle questioni del lavoro con più di 40 crisi aziendali risolte”. Quello che ancora manca è un cambio di passo dell’Europa: ” Gli americani crescono del 5% nel terzo trimestre con investimenti in crescita e occupazione. Cosa stiamo aspettando ancora?”.

 

 

 

 

 

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