L’agenzia di rating Fitch conferma il giudizio sull’Italia a ‘BBB’ ma peggiora l’outlook da ‘stabile ‘ a ‘negativo’. Pesa il prospettato allentamento di bilancio – spiega l’agenzia di rating – che rendera’ il gia’ elevato debito pubblico “piu’ esposto” rispetto a potenziali shock. E se le probabilita’ che l’Italia esca dell’Unione europea o che venga creata “una moneta parallela” all’euro “sono basse”, secondo Fitch “aumentano dal 2019 le chance di un voto anticipato”.[irp]
L’agenzia sottolinea anche “un aumento della possibilita’ di elezioni anticipate dal 2019” in Italia. “Il rischio elezioni anticipate rendera’ piu’ difficile per le parti fare compromessi che alienano la loro base politica”, rimarca l’agenzia di rating, sottolineando “le considerevoli differenze” tra i partner della coalzione di governo e le contraddizioni tra gli elevati costi dell’attuazione degli impegni presi nel ‘Contratto’ e l’obiettivo di riduzione del debito pubblico.
Per Palazzo Chigi c’e’ attesa che venga definito il Documento di economia e finanza del governo e che gli impegni di bilancio per il prossimo anno siano rispettati e le riforme strutturali gia’ annunciate siano attuate. “Siamo certi – fanno trapelare fonti dell’esecutivo – che ci saranno valutazioni integralmente positive, senza alcuna riserva, non appena questi impegni verranno ufficializzati nel documento del governo in preparazione”.[irp]
Per Fitch, a rendere l’Italia piu’ a rischio downgrade, “la natura nuova e non collaudata del governo, le considerevoli differenze politiche fra i partner della coalizione e le contraddizioni tra gli elevati costi dell’attuazione degli impegni presi nel ‘Contratto’ e l’obiettivo di ridurre il debito pubblico”. A cio’ si aggiunge “l’avversione di alcune parti del governo nei confronti dell’Ue e dell’euro”. Fitch stima per il 2018 un deficit all’1,8% del Pil, piu’ alto di 0,2 punti rispetto alle stime del governo. Nel 2019 il deficit salira’ al 2,2% del Pil. Quanto ai provvedimenti del governo, Fitch segnala, in particolare, “un effetto limitato sulle dinamiche del mercato del lavoro” con il Decreto Dignita’.