Fitto: ecco come ci muoveremo su Pnrr, coesione e “REPowerEU”

Il ministro degli Affari europei: “Basta col malvezzo di ricordarsi degli obiettivi un mese prima”. “L’Italia ha 55 obiettivi da raggiungere al 31 dicembre”

Raffaele Fitto

Bisognerà utilizzare al meglio il pacchetto “REPowerEU”, che permette do aggiungere un capitolo dedicato a nuovi investimenti per le infrastrutture energetiche ai Pnrr già approvati, nonostante il fatto che i suoi benefici per l’Italia sono più limitati rispetto ad altri paesi Ue; bisogna riuscire a far “dialogare fra loro” le programmazioni del Pnrr e dei fondi europei di coesione, e si deve modificare il “malvezzo” italiano di pensare solo all’ultimo momento a obiettivi che bisogna programmare prima. E’ quanto ha detto, in sintesi, il ministro degli Affari europei, responsabile per la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, in un incontro con la stampa nel pomeriggio al Parlamento europeo a Bruxelles.

Il Pnrr ha un limite: programmato prima della guerra

“REpowerEU”, il pacchetto di misure per sbarazzare l’Ue della dipendenza dal gas russo e dalle fonti fossili, che dovrebbe essere approvato domani dalla plenaria del Parlamento europeo, “ha in sé delle opportunità per l’Italia, ma – ha osservato Fitto – ha anche dei limiti. L’Italia com’è noto ha utilizzato pienamente la quota di indebitamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza utilizzando tutti 122 miliardi di euro” che le erano stati assegnati. “Questo limita molto l’ampiezza del ‘REPowerEU'”. “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza – ha ricordato il ministro – è stato programmato prima dello scoppio della guerra, quindi ha due problematiche di carattere generale: la prima è quella dell’aumento del costo delle materie prime, che in un programma in cui ci sono 120 miliardi di euro di opere pubbliche chiaramente incide non poco; e una seconda questione è quella collegata alla disponibilità finanziaria che gli altri paesi hanno, di poter attingere alla quota residua dei prestiti esistenti del ‘NextGenerationEU’; cosa che invece noi non possiamo fare”.

Pnrr e coesione devono dialogare tra di loro

Con “RPowerEU”, dopo la sua approvazione finale, ha spiegato Fitto, “noi abbiamo una quota di 2 miliardi e mezzo di euro dall’Ets (il sistema di commercio dei permessi di emissioni, ndr), e poi abbiamo anche la possibilità di utilizzare quote percentuali dei fondi di coesione e di quelli della politica agricola, però su questo sarei un po’ più cauto. Quindi c’è la necessità di utilizzare questo strumento, e sono assolutamente d’accordo col ministro Giorgetti, come elemento di implementazione e integrazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. “Ma l’obiettivo che noi abbiamo – ha rilevato il ministro – è anche quello di far sì che due importanti programmazioni come il Pnrr e la coesione possano dialogare tra di loro. Perché il rischio è che ognuna di queste programmazioni vada in una direzione differente, che non si parlino, o peggio, che in alcuni casi si possano trovare interventi che si contrappongono”.

55 obiettivi da raggiungere al 31 dicembre

“Alla riunione di ieri della cabina di regia – ha riferito – abbiamo avuto un primo confronto. Mia intenzione è utilizzare molto lo strumento della cabina di regia come stimolo e luogo di confronto per accelerare la spesa e risolvere le questioni fondamentali che sono collegate al Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Quanto al Pnrr Fitto ha ricordato che “l’Italia ha da raggiungere com’è noto 55 obiettivi al 31 dicembre di quest’anno. Al momento ne abbiamo raggiunti, centrati, con certezza 25; sugli altri 30 ci sono situazioni differenti, qualche criticità c’è in qualche caso. Ma sicuramente, al di là della fiducia personale nel governo, c’è l’obbligo e la necessità – ha avvertito – di un lavoro molto serrato nei prossimi giorni, non solamente sulla scadenza del 31 dicembre ma anche su quella del giugno del prossimo anno”. “Perché un malvezzo che dobbiamo modificare – ha sottolineato Fitto – è quello di aspettare il mese prima per fare il conto e ciò che manca. Ecco: dobbiamo raggiungere gli obiettivi al 31 dicembre di quest’anno, ma da subito porci gli obiettivi per giugno del 2023, appunto per evitare questo affanno che non aiuta e non risolve le questioni”, ha concluso.