Fitto goccia cinese contro Fi. Per Berlusconi spina frequenze televisive

Nel partito è lotta senza quartiere. Scontro anche su manifestazione per 8 marzo

fitto berlusconi

di Barbara Acquaviti

Un tempo ci sarebbe stata la gara per farsi belli agli occhi del Capo, una corsa a portare più gente possibile. Ma adesso che tutto è in frantumi, anche l’idea di dare vita a un evento per la “liberazione” di Silvio Berlusconi diventa dentro Forza Italia specchio di tensioni, spaccature, risentimenti personali. L’idea è stata avanzata ieri nel corso dell’Ufficio di presidenza da Marcello Fiori, leader dei club Forza Silvio, uno che può essere tranquillamente annoverato nel gruppo dei “lealisti”, ovvero quello in cui si riconosce il cerchio magico. L’ipotesi è appunto quella di dare vita a un evento per l’8 marzo, giorno della fine anticipata dei servizi sociali. Ma in un partito ormai diviso in tre accade che l’idea avanzata da una parte finisca inevitabilmente per essere snobbata dalle altre due: né verdiniani né fittiani, insomma, mostrano alcuna voglia di organizzare le truppe e non c’è dubbio che in passate manifestazioni il contributo di pullman attribuibile all’eurodeputato pugliese fosse notevole.

IL TOUR Fitto pensa piuttosto a organizzare il suo tour che, con interviste e comizi, lo porterà in giro per le regioni a partire da fine mese. Non che nel frattempo abbia deciso di starsene con le mani in mano, anzi. Dopo aver convocato ieri una conferenza stampa mentre Berlusconi riuniva l’Ufficio di presidenza, oggi ha cominciato a tuonare già di prima mattina contro la gestione del partito. “Abbiamo sbagliato tutto in questa fase, non abbiamo indovinato – insiste – un solo passaggio politico. Peraltro c’è stato chi ha cercato di far notare gli errori che si compivano”. Il riferimento, ovviamente, è a se stesso e ai parlamentari a lui vicini, che quantifica in una quarantina. Berlusconi mal sopporta quello che considera il continuo “controcanto” di Fitto. Ma certo, lo scontro tra lealisti e verdiniani non è meno lacerante. E, peraltro, ha molto a che fare con il patto del Nazareno e dunque con i rapporti con Matteo Renzi. La novità di giornata è l’annuncio della riformulazione di un emendamento al Milleproroghe che riguarda le frequenze tv in digitale: in pratica, invece di lasciare la questione congelata, si stabilisce che Rai e Mediaset dovranno spartirsi il pagamento di una cifra pari a 50 milioni di euro.

“LA PROVOCAZIONE” Un argomento, come si può facilmente intuire, molto sensibile per il Cavaliere che non ha mai distolto il suo sguardo dagli interessi delle aziende di famiglia. E dentro Forza Italia non ci sono dubbi che la presentazione dell’emendamento non avvenga a caso il giorno dopo lo stop al patto del Nazareno. Ma anche in questo caso ci sono letture divergenti. L’unica cosa che sembra certa è l’irritazione del leader azzurro. Con i suoi più stretti collaboratori la decisione è stata letta come una “provocazione” una “ritorsione”, ma i lealisti sono anche convinti che sia una dichiarazione di nervosismo. “Forse – è il ragionamento – quella ostentazione di sicurezza sui numeri in Senato anche senza Forza Italia non è così vera”. La vedono in maniera un po’ diversa i “nazareni” più vicini a Verdini. Il governo – è il senso – continua a mandare messaggi a Berlusconi per ricordargli che, se vuole tenere un filo di dialogo aperto, gli interlocutori non possono essere semplicemente i vincitori di una faida interna.