di Maurizio Balistreri
“Hanno detto piu’ cose contro di me in un giorno che contro Renzi in un anno”. In Forza Italia Raffaele Fitto il ‘ricostruttore’ suona peggio del ‘rottamatore’. L’europarlamentare pugliese, in questo momento, nuota con la sua “controcorrente” alla ricerca di ossigeno in un partito piu’ spaccato di un puzzle. Fa opposizione nell’opposizione. Non molla. Con il suo tour viaggia con ritmi da centrometrista: venerdì a Cagliari, ieri ha fatto tappa a Napoli e oggi Palermo. Un tour che gli permette di toccare con mano il vento che tira a suoi favore nel territorio. Saverio Romano, braccio destro in Sicilia di Fitto: “Continua il percorso di ‘noi Ricostruttori’, consapevoli che nel nostro Paese vi sia la necessita` politica e sociale di una ricostruzione di Forza Italia e del centrodestra”. “Siamo convinti – aggiunge – che il centrodestra debba proporre i suoi contenuti, che si richiamano alla vera partecipazione e ai principi liberali”.
La componente che fa capo all’ex governatore della Puglia contesta la legittimità di tutti gli organi che governano Forza Italia, mai eletti regolarmente secondo le procedure statutarie, dopo che il Consiglio nazionale del novembre 2013 sancì la fine del Pdl e la rinascita del movimento azzurro. O inesistenti, come è il caso del Collegio dei probiviri che eventualmente dovrebbe sanzionare comportamenti difformi dalla linea politica ufficiale interna. Quindi, è il ragionamento che fanno i fittiani, se, dopo quelli in Puglia e in Piemonte, continueranno i commissariamenti in varie parti d’Italia; se al momento di presentare le liste si ritroveranno esclusi dalla corsa per i consigli regionali, è chiaro che il ricorso alle carte bollate sarà inevitabile, facendo leva sul fatto che chi prende queste decisioni non è legittimato a farlo.
“Commissariare la Puglia penso sia un fatto assolutamente sbagliato e grave – tuona Fitto – che mette in discussione il principio democratico all’interno del partito”. Insomma, “non siamo disponibili ad assistere a questi soprusi, vogliamo confrontarci e misurarci con il consenso degli elettori”. “Lo faremo nelle campagne elettorali – conclude – e dentro il partito. In una sfida tra chi vuol guardare ai prossimi giorni e mesi e chi guarda a prossimi anni”. La battaglia continua.