Fiumefreddo: “Cacciato perché pignoravo stipendi ai deputati. Tra di loro gira una battuta… La Sicilia è un territorio di evasori”

POLITICA E VENDETTE L’ex capo dell’agenzia riscossione tributi: “Una volta diventati parlamentari non venivano più cercati da Riscossione Sicilia”. Hanno chiesto la mia testa a Crocetta”.

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E’ un fiume in piena l’avvocato catanese Antonio Fiumefreddo, fino a pochi giorni fa a capo di “Riscossione Sicilia”, la società che si occupa di riscuotere le tasse in Sicilia, che è decaduto dal suo incarico dopo le dimissioni degli altri due consiglieri. Fiumefreddo aveva avviato il pignoramento delle indennità ad alcuni deputati siciliani che avevano pendenze col fisco. “Una volta diventati deputati – ha detto Fiumefreddo ai microfoni di Fanpage.it -, non venivano più cercati da Riscossione Sicilia. Così abbiamo scovato 64 deputati regionali su 90 con pendenze col fisco, da 100 a 200 mila euro. Dopo averli avvisati, ho dovuto persino pignorare la loro indennità parlamentare e per questo hanno chiesto la mia testa”. Per Fiumefreddo, “tra i deputati gira una battuta di questo tenore `meglio fare politica che lavorare’. Sono dei pirati e per questo mi hanno denunciato: si tratta di una classe dirigente che depreda questa terra”. L’avvocato, quindi, non risparmia una stoccata anche al Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta: “Gli è stata minacciata la sua testa se non avesse mollato la mia – ha detto -. La Sicilia è un territorio di evasori, il primo paradiso fiscale d’Italia”.