Beppe Grillo non tira più, neanche come comico. I telespettatori hanno disertato la piazza del piccolo schermo di Rai2. Sono stati poco più di un milione, a seguire lunedì, in prima serata, la trasmissione “C’e”, nella puntata che ospitava filmati di repertorio del pentastellato genovese. Un flop che tuttavia ha portato nelle tasche di Grillo i primi quaranta mila euro che viale Mazzini avrebbe già sborsato. Un flop che mette sul banco degli imputati il direttore della seconda rete della tv di Stato, Carlo Freccero, divenuto bersaglio principalmente del Pd che chiede la sua testa. Ma il navigato Freccero tira dritto: “Non solo non mi dimetto, ma sono ancora più determinato e impegnato nella ‘guerra’ della tv”.
La sua nomina, voluta con forza dal MoVimento Cinque Stelle, è stata contestata ancor prima che lo scorso novembre, il dirigente Rai, varcasse la soglia di viale Mazzini. E va da sé, dato che i pentastellati hanno sempre gridato “fuori i partiti dalla Rai” e, invece, hanno piazzato, tra gli altri, il simpatizzante grillino Freccero al timone di Rai2. Il direttore, tuttavia, è consapevole del flop, e da buon ex berlusconiano, si arrampica sugli specchi alla ricerca di alibi. Si parte con la concorrenza. “Il programma su Grillo – spiega Freccero – è partito troppo presto, ed è quindi stato soffocato da ‘Striscia la notizia’”. Come dire, la colpa è di Mediaset. Come strategia di difesa di un direttore di Rai 2, appare molto debole, per usare un eufemismo. Ma fa di più. Freccero giustifica il flop, essendo costato quanto “un caffè di Fazio (conduttore tv, ndr)”, rispetto a un consueto programma di prima serata.
“Abbiamo fatto un punto, un punto e mezzo meno di quello che mi aspettavo – prosegue Freccero – ma non è successo niente. Dal punto di vista industriale due ore di programmazione al costo di 40.000 euro sono un miracolo”. Anche in questo caso, la sua difesa fa acqua: quando di mezzo ci sono soldi pubblici, il problema non è la quantità della spesa, ma la qualità. Ancora alibi. “Noi avevamo materiale per andare avanti fino all’una di notte – si giustifica Freccero – ma Marcello Ciannamea, il direttore dei palinsesti Rai, ragiona in maniera leninista, ha una posizione censoria nei miei confronti e pensa solo a Rai1″. Insomma, il flop del programma di Grillo non sarebbe colpa di Freccero, ma per dirla con lo stesso direttore di Rai 2, “gli ascolti deludenti” sono frutto “della programmazione sbagliata e di altri fattori imprevisti”. Esattamente, sono stati un milione e 31mila gli spettatori che hanno seguito su Rai2 la trasmissione dedicata a pagine televisive di Grillo, per uno share del 4,33% e non “il 5-6%” come il direttore di Rai2 sperava alla vigilia. La puntata precedente del programma aveva fatto registrare ascolti molto differenti: 2 milioni e 900 mila spettatori, per uno share del 14,4% per “C’è Celentano”.