L’unico ostacolo alla rielezione di Lagarde arriva dalla Francia: Lagarde dovrà testimoniare in un processo per presunta negligenza in una decisione presa quando fu al ministero delle Finanze. La vicenda spinosa riguarda l’arbitrato tra BernardTapie e Crédit Lyonnaise, che fino ad ora non ha mai intaccato la fiducia del Board del Fondo per Lagarde (che ha definito la cosa come politica). L’Fmi promette un processo “trasparente, aperto e basato sul merito” e spera di raggiungere una decisione per “consensus”, come avvenne nel 2011 quando Lagarde fu selezionata per ricoprire l’incarico quinquennale. Da oggi fino al prossimo 10 febbraio si svolgerà la fase di nomination in cui un governatore del Fondo o un direttore esecutivo può fare il nome di qualcuno che reputa all’altezza del ruolo. Il segretario del Fondo – a cui vanno le nomination – chiederà poi alle persone suggerite se sono interessate a essere considerate come un candidato alla direzione generale. Solo a quel punto il segretario comunicherà al Board esecutivo i nomi dei candidati. Se saranno superiori a tre, il Board manterrà segrete le loro identità ed entro sette giorni giungerà a una short list di tre persone che verrà poi resa nota al pubblico. La selezione entrerà nel vivo con i candidati finali che incontreranno personalmente il Board a Washington.
Successivamente il Board discuterà i punti di forza dei candidati e farà la scelta finale. Il candidato che avrà la meglio sugli altri deve vantare una carriera professionale “eccezionale”, competenze diplomatiche e manageriali comprovate, deve essere “imparziale”, con doti comunicative “efficaci” e deve essere cittadino di uno dei 188 Paesi membri del Fondo.