Lo screening ha riguardato circa 4 mila candidati e ha coinvolto anche le attivita’ di prefetture, Dia, caserme dei carabinieri. Ne e’ emerso, riferiscono fonti parlamentari, un quadro in cui alcuni nomi presenti nelle liste ‘vistate’ risultano incandidabili per la legge Severino e altri in ogni caso contigui alle cosche per cui si procedera’ ad una moral suasion da rivolgere ai partiti. La commissione Antimafia presenterà oggi gli esiti del lavoro svolto riguardo ai comuni sciolti per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso. Si tratta di 15 comuni, dislocati in 5 regioni (Lazio, Campania, Calabria, Emilia Romagna, Liguria): Roma, Sant’Oreste e Morlupo (entrambi a Roma), Battipaglia (Salerno), Trentola Ducenta e Villa di Briano (Caserta), Scalea (Cosenza), Ricadi e Joppolo (Vibo Valentia), Badolato e San Sostene (Catanzaro), San Luca e Plati’ (Reggio Calabria), Finale Emilia (Modena), Diano Marina (Imperia). Una quindicina, secondo quanto si apprende, i nomi che dai riscontri risulterebbero “non a norma”. Numeri ridotti, quindi, rispetto all’anno scorso, e nessun caso – aggiungono le stesse fonti – che possa pesare sull’esito delle amministrative.
I fari sono puntati soprattutto sulla Capitale: dai dati raccolti emergerebbe, tra l’altro, che due nomi presenti nelle liste romane (sarebbero collegati a Fdi) risultano rinviati a giudizio o condannati da altre procure e per questo rischiano anche la denuncia in Procura per falsa autocertificazione. Situazione delicata soprattutto a Plati’ dove si e’ ritirata la candidata del Pd e dove ci sarebbe la conferma nelle liste di persone legate alle famiglie piu’ note della ‘ndrangheta’. Domani l’ufficio di presidenza ribadira’, sottolineano fonti parlamentari, che e’ necessario dotarsi di strumenti maggiormente efficaci, che occorre una banca dati maggiormente accessibile per il controllo dei cosiddetti ‘impresentabili’, ma di fatto confermera’ la fotografia illustrata nelle scorse settimane. E’ stata la presidente Bindi, nella relazione sulla “Trasparenza delle candidature in vista delle comunali” ad invitare le forze politiche “a darsi codici etici e strumenti per selezionare la classe dirigente, soprattutto quando si vanno a ricoprire incarichi istituzionali e amministrativi in istituzioni cosi’ esposte come i comuni” e a lanciare l’allarme “perche’ le amministrazioni locali sono il primo varco di penetrazione delle mafie nella politica e nella pubblica amministrazione”. (AGI) Gil