Un nuovo spazio di Fondazione Prada in centro a Milano per raccontare l’evoluzione della fotografia contemporanea. E’ stato inaugurato, al quinto e sesto piano di uno degli edifici centrali della galleria Vittorio Emanuele II, Osservatorio, 800 mq di superficie espositiva affacciati sulla cupola in vetro e ferro realizzata da Giuseppe Mengoni. Per l’inaugurazione, Francesco Zanot ha curato la mostra “Give Me Yesterday”, che si concentra sull’evoluzione della fotografia usata come diario personale. “E’ una sorta di esplorazione del nuovo diario – ci ha spiegato Zanot – e di questi autori che nella maggior parte dei casi mescolano, e questa è una delle tipicità del nuovo diario, la realtà con la sua ricostruzione o quantomeno con una fortissima progettualità: gli eventi non vengono semplicemente attesi, ma vengono stimolati, accomodati, se non addirittura ricostruiti, ma non tutti lo fanno”.
La mostra, costruita come se fosse un unico grande murale, presenta i lavori di 14 artisti italiani e internazionali, partendo dalle magnifiche messe in scena di Ryan McGinley, che esemplificano come anche l’apparente intimità diaristica possa essere frutto di una costruzione, oppure il resoconto di due viaggi in bicicletta intorno al perimetro dell’Italia di Antonio Rovaldi, opera di grande forza visiva, che ricorda, nell’installazione, atmosfere alla Olafur Eliasson. Con le polaroid e gli studi sulla prossemica, la scienza delle distanze nello spazio comunicativo, ha invece lavorato Irene Fenara. “Sulla base di queste distanze – ci ha spiegato – ho iniziato a fotografare amici, parenti, conoscenti e successivamente a misurare la distanza a cui si trovavano da me, per verificare questi studi sulla mia esperienza personale”.
Esperienza che, nelle fotografie della sudafricana Lebohang Kganye, diventa qualcosa di ancora più personale e, al tempo stesso, struggente e rasserenante, sulle tracce del fantasma di una madre. “Ho cominciato a guardare gli album fotografici di famiglia – ci ha raccontato l’artista – e ho trovato queste foto e nella maggior parte di esse potevo riconoscere le location e anche gli abiti di mia madre. E così sono andata alla ricerca dei luoghi, mi sono messa i vestiti di mia madre e ho impersonato mia madre, cercando di ricordare i suoi gesti, per rimettere in scena quei momenti”. Fondazione Prada, attraverso Osservatorio, vuole guardare alle implicazioni culturali e sociali della produzione fotografica, ampliando la propria indagine sul contemporaneo. Oltre che valorizzare un luogo storico di Milano. “Essendo la prima mostra – ha concluso Francesco Zanot – abbiamo voluto lasciare pienamente visibile lo spazio, quindi è un’esposizione, contemporaneamente, dello spazio espositivo e degli artisti in mostra”.