Le valute virtuali come Bitcoin? Non minacciano l’esistenza di monete tradizionali ma “non è saggio” ignorarne l’evoluzione. L’intelligenza artificiale? Porterà a un ruolo crescente delle macchine ma “gli esseri umani saranno comunque necessari”. L’intermediazione finanziaria? Ne emergeranno nuovi modelli che richiederanno nuove regole. È Christine Lagarde, il direttore generale del Fondo monetario internazionale, a essersi interrogata sulle implicazioni della tecnologia finanziaria per le banche centrali. Lo ha fatto durante la conferenza della Bank of England dal titolo “Central Banking and FintechúA Brave New World?”. Da Londra, l’ex ministro francese delle Finanze ha usato toni ottimisti parlando di un “nuovo mondo” che più si ispira a quello evocato da Shakespeare in “La tempesta” e meno a quello intravisto da molti ed evocato da Aldous Huxley con il suo romanzo di fantascienza di genere distopico “Brave New World” del 1932. La fonte del suo ottimismo sta nella convinzione che “in quanto individui e comunità, abbiamo la capacità di dare forma al futuro tecnologico ed economico in modo che funzioni per tutti. Abbiamo la responsabilità di farlo funzionare”. Su Bitcoin, Lagarde ha fornito alcune delle ragioni per cui le criptovalute non sostituiranno le valute tradizionali: “Sono troppo volatili, troppo rischiose e richiedono troppe energie. Molte sono troppo opache per i regolatori e alcune hanno subito attacchi hacker”. Secondo Lagarde tuttavia molte delle criticità tecnologiche citate saranno superate così come è successo con pc e tablet: “Non troppo tempo fa, alcuni esperti sostenevano che i personal computer non sarebbero mai stati adottati e che i tablet sarebbero stati usati solo come vassoi costosi per il caffè”.
In questo contesto Lagarde ha invitato a pensare ai Paesi con valute instabili e con istituzioni deboli. “Invece che adottare la valuta di un’altra nazione, come il dollaro americano, alcune di queste economie potrebbero vedere un crescente uso delle valute virtuali”. Per Lagarde sarebbe una sorta di ‘dollarizzazione 2.0’. Arriverà in pratica “un giorno” in cui i cittadini potrebbero detenere valute virtuali al posto di dollari, euro e sterline semplicemente perchè farlo “potrebbe essere più facile e più sicuro che ottenere banconote, specialmente nelle regioni remote.
E perchè le valute virtuali potrebbero diventare più stabili”. Il consiglio di Lagarde ai banchieri centrali? “Continuare ad attuare una politica monetaria efficace e allo stesso tempo essere aperti a nuove idee e nuove domande con l’evolversi delle economie”. In merito all’intelligenza artificiale, il numero uno del Fondo monetario ha detto che “nella prossima generazione le macchine giocheranno quasi certamente un ruolo maggiore, nell’assistere i legislatori e banchieri centrali, offrendo stime in tempo reale, individuando bolle e portando alla luce legami micro-finanziari complessi”. Eppure “anche con i migliori algoritmi e con le migliori macchine, i target non verranno centrati, le crisi si verificheranno, errori verranno fatti”. Per questo Lagarde non si aspetta che “le macchine prendano il controllo della politica monetaria”. Quanto all’intermediazione finanziaria, nuovi modelli risulteranno da una possibile frammentazione dei servizi bancari esistenti. “Questo significa che più gruppi dovranno essere regolati e che la regolamentazione in sé dovrà evolvere”. La conclusione? “L’indipendenza – almeno nel determinare la politica monetaria – avrà bisogno di ulteriori difese e richiederà una comunicazione ancora più chiara”.