Fondo monetario internazionale rivede al rialzo stime crescita Italia: 2015 0,5%, 2016 1,1%

Nel 2015 la disoccupazione si ridurrà al 12,6 per cento, dal 12,8 per cento del 2016, e nel 2016 al 12,3 per cento

Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita economica sull’Italia: ora sul 2015 stima un aumento del Pil dello 0,5 per cento, cui seguirà una accelerazione al più 1,1 per cento nel 2016. Nel 2015 la disoccupazione si ridurrà al 12,6 per cento, dal 12,8 per cento del 2016, e nel 2016 al 12,3 per cento. Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita economica sull’Italia, e lo ha fatto in maniera più consistente di quanto sia avvenuto per l’insieme dell’economia globale. Ora sul 2015 stima un aumento del Pil dello 0,5 per cento nella Penisola, cui seguirà una accelerazione al più 1,1 per cento nel 2016. I dati, contenuti nell’ultima edizione del World Economic Outlook sono rispettivamente di 0,1 e 0,3 punti superiori all’aggiornamento effettuato lo scorso gennaio.

Il tutto mentre sempre l’Fmi ha lasciato invariata la previsione di crescita globale di quest’anno, al più 3,5 per cento, mentre ha alzato solo di 0,1 punti quella del 2016, al più 3,8 per cento. Ad ogni modo su Eurolandia ha effettuato delle revisioni più sostenute, crescita 2015 all’1,5 per cento, più 0,3 punti, e crescita 2016 all’1,6 per cento, più 0,2 punti. Del resto tutte le altre tre maggiori economie dell’area – Germania, Francia e Spagna – hanno avuto ritocchi al rialzo più ampli. Il miglioramento dell’economia italiana si rifletterà, sempre secondo le previsioni dell’istituzione di Washington, anche sull’andamento del mercato del lavoro. Nel 2015 la disoccupazione si ridurrà al 12,6 per cento, dal 12,8 per cento del 2016, e nel 2016 al 12,3 per cento. Nel frattempo la Penisola manterrà un consistente surplus di partite correnti negli scambi con l’estero, pari al 2,6 per cento del Pil nel 2015 e al 2,5 per cento nel 2016. Infine l’inflazione resterà debole: crescita dei prezzi al consumo a zero quest’anno e allo 0,8 per cento nel 2016.