Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, è finito sotto attacco da parte de Il Fatto Quotidiano che con un articolo ha anticipato quelli che saranno i contenuti della nuova puntata di “Report”. Sono bastate le anticipazioni del quotidiano e un post pubblicato sulla Pagina Facebook della trasmissione televisiva per scatenare un putiferio con la Regione Lombardia. A tal punto che Fontana annuncia di querelare “Il Fatto”e diffidadare “Report”. Al centro della querelle troviamo l’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale per la sanità pubblica lombarda da parte di Aria, la centrale acquisti regionale che si occupa di reperire materiali, prodotti e servizi necessari per enti e aziende legate alla Regione Lombardia. Secondo gli inviati di Report, infatti, una commessa da oltre 500 mila euro sarebbe stata affidata al cognato del Presidente Fontana senza gara d’appalto. “Il testo del Fatto in maniera consapevole e capziosa omette di dire chiaramente che la Regione Lombardia attraverso la stazione appaltante Aria non ha eseguito nessun pagamento per quei camici – spiega Fontana -. E l’intera fornitura è stata erogata dall’azienda a titolo gratuito. Ho anche dato mandato a miei legali di diffidare immediatamente la trasmissione Report dal trasmettere un servizio che non chiarisca in maniera inequivocabile come si sono svolti i fatti e la mia totale estraneità alla vicenda”.
Stando all’anticipazione del servizio pubblicata sulla Pagina Facebook di Report, in piena emergenza COVID-19 la società Dama Spa riceve un ordinativo da 70 mila camici monouso dalla regione Lombardia attraverso una procedura negoziata. Ossia, senza gara pubblica. Vista la situazione d’emergenza, non ci sarebbe nulla di strano nella faccenda, se non che Dama SpA (che tra le altre cose produce anche i capi di abbigliamento del marchio “Paul&Shark”) abbia stretti legami con il Presidente Attilio Fontana. “Il 16 aprile – si legge nel post Facebook di Report -, nel pieno dell’emergenza Covid-19 in Lombardia, con le terapie intensive intasate e il personale sanitario senza dispositivi di protezione, la ditta del cognato e della moglie del presidente Attilio Fontana si è aggiudicata, senza passare una gara pubblica, una fornitura di camici da mezzo milione di euro”. Nel video si può vedere uno spezzone del servizio, nel corso del quale il dottor Andrea Dini (cognato del Presidente Fontana) prima afferma che si tratta di una donazione alla Regione, mentre qualche minuto dopo cambia versione. L’amministratore delegato di “Paul&Shark” afferma che “chi se ne è occupato ha mal interpretato la cosa, ma dopo io sono tornato, me ne sono accorto e ho immediatamente rettificato il tutto perché doveva essere una donazione. Le carte ad Aria ci sono tutte, abbiamo fatto note di credito e tutto. Non abbiamo mai preso un’euro da Aria e mai lo prenderemo”.
La vicenda interessa, ovviamente, anche il Presidente Fontana che, come detto, annuncia querela. “Ho dato mandato ai miei legali di querelare ‘Il Fatto Quotidiano’ per l’articolo di oggi che anticipa i contenuti della prossima puntata della trasmissione televisiva della Rai ‘Report’ in cui si racconta di una donazione di camici per protezione individuale forniti alla Regione Lombardia. Si tratta dell’ennesimo attacco politico vergognoso, basato su fatti volutamente artefatti e scientemente omissivi per raccontare una realtà che semplicemente non esiste”. “Agli inviati della trasmissione televisiva Report – prosegue Fontana – avevo già spiegato per iscritto che non sapevo nulla della procedura attivata da Aria e che non sono mai intervenuto in alcun modo. Oggi il titolo di prima pagina del Fatto e il testo mettono in connessione la ditta fornitrice con la mia persona attraverso la partecipazione azionaria (10%) di mia moglie. E invocano un conflitto di interesse peraltro totalmente inesistente. Proprio perché non vi è stato da parte mia alcun intervento”.
Dama è, secondo il governatore, “tra le tante aziende lombarde che hanno accolto la nostra richiesta di aiuto”. Durante il periodo di crisi sanitaria, ricostruisce Fontana, “appurato che da Roma non sarebbero mai arrivati in tempo gli aiuti. La Regione Lombardia è stata costretta ad incaricare la propria centrale acquisti, Aria spa. Per assicurare l’approvvigionamento di forniture e servizi per fronteggiare l’emergenza. Ricorrendo all’istituto della procedura negoziata ex art. 53 d.lgs. 50/2016 Codice degli appalti. Ogni giorno servivano centinaia di migliaia di mascherine, camici, visiere con urgenze. E quantità che superavano di almeno cento volte. In alcuni casi anche migliaia, le ordinarie necessità di approvvigionamento pre Covid”, spiega. Da qui, l’intervento di Dama (Paul&Shark). Che aveva convertito la sua produzione in dispositivi di protezione individuale per medici e operatori sanitari. Lo scorso 14 aprile, c’erano articoli di stampa che ne parlavano e la stessa società “si è distinta anche con una donazione di 60mila euro sul fondo straordinario per l’emergenza istituito da Regione Lombardia. E ha fornito gratuitamente mascherine e camici ad ospedali e amministrazioni comunali”.
Insomma, alla Dama SpA, una volta ottenute le certificazioni indispensabili per l’utilizzo sanitario, “il 16 aprile vengono ordinati 7mila set costituiti da camice, più copricapo, più calzari. Al costo a 9 euro. (Prezzo più basso in assoluto) e 75mila camici al 6 euro (anche questi i più economici). Le forniture iniziano il giorno dopo e vengono immediatamente distribuite nei reparti ospedalieri per proteggere medici e infermieri». L’emissione della fattura è “l’automatismo burocratico”. A cui segue, però, la nota di credito per non incassare. “Nessuna accusa – conclude il presidente – può esser fatta a coloro che nel periodo di guerra al Covid-19 hanno agito con responsabilità e senso civico per il bene comune. Respingo fermamente ogni strumentalizzazione affidando alle autorità competenti la tutela della Regione Lombardia”.