Paolo Cirino Pomicino, nel corso della conferenza di D’Alema e Quagliariello, ha raccontato pubblicamente un aneddoto che ha lasciato sconcertato il fronte anti-ddl Boschi: “Una persona in Fininvest – queste le parole dell’ex ministro – mi ha raccontato che stava per costituire dei Comitati per il No, poi Confalonieri ha dato il contrordine, ‘bisogna fare comitati per il Si”. E’ la linea anche di Gianni Letta”. In Forza Italia spiegano che Letta non faccia salti di gioia sul fatto che il partito ‘azzurro’ schieri Brunetta come ariete per far fallire le riforme del governo ma, al di la’ di questo, non c’e’ alcun intervento diretto dell’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio nella battaglia in corso sulla consultazione del 4 dicembre. Di sicuro la Lega sta perdendo la pazienza. Complice l’assenza di Berlusconi dall’Italia la convinzione e’ che sia il ‘ramo aziendale’ a disegnare la strategia. A quando il prossimo vertice Berlusconi-Salvini-Meloni? “E cosa lo facciamo a fare? Meglio incontrare Confalonieri…”, la risposta piccata di un ‘big’ del Carroccio. Il partito di via Bellerio guarda gia’ alla manifestazione organizzata a Firenze per il 12 novembre, con il sospetto che difficilmente verra’ replicata la ‘foto di Bologna’. Ad ogni modo, il gruppo dirigente ‘azzurro’ e’ schierato per il No. La riprova e’ la presenza di alcuni esponenti come Romani alla presentazione della contro-riforma dalemiana. Ma Matteo Renzi sta cercando voti a destra e non e’ un caso che il comitato ‘Basta un si” abbia pubblicato la riforma del Pdl, facendo notare quanti sono i punti di contatto con l’attuale testo che sara’ sottoposto agli italiani.
Il presidente del Consiglio nella replica alle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo ha sottolineato come la famiglia del Ppe, con Weber in testa, non vuole che vincano i populismi. Il bersaglio del Capo del governo in Aula e’ stato Brunetta “giu’ perche’ non ha vinto il Nobel”. Ma l’intervento del capogruppo FI non e’ stato apprezzato anche da molti colleghi di partito, tanto che a insorgere contro il premier sono stati i leghisti e qualche deputato ‘azzurro’ si e’ accodato, dopo. L’ex ministro della Funzione pubblica va avanti nella sua battaglia, ma il fronte del No aspetta che intervenga Berlusconi, che scenda in campo lui, anche perche’ – si lamenta un big ‘azzurro’ – non ci sono neanche i soldi per i manifesti: ai parlamentari e’ stato chiesto un contributo di 5mila euro alla voce ‘spese eccezionali’, ma non tutti hanno dimostrato di gradire. L’auspicio del Cavaliere, riferisce un altro esponente di peso di FI, e’ che alla fine vinca il ‘ni’ al referendum. Ovvero che il Si’ perda ma di poco, per poter rientrare in gioco e dare le carte sulla legge elettorale. I fedelissimi dell’ex premier comunque ribadiscono che al suo ritorno dagli Stati Uniti, Berlusconi fara’ il giro delle tv, partecipera’ ad iniziative in campagna elettorale, sara’ presente alla kermesse prevista per costruire una piattaforma programmatica del centrodestra, iniziativa che nelle intenzioni dovrebbe trasformarsi in una ‘festa per il no’. Gli sguardi gia’ sono rivolti al dopo 4 dicembre: Brunetta e altri dirigenti azzurri che puntano sull’alleanza con la Lega sono contrari a qualsiasi ‘aiuto’ a Renzi, anche se la ‘forchetta’ dovesse essere minima; l’altra ala del partito, invece, quella piu’ ‘dialogante’, ipotizza un confronto a tutto campo, con l’auspicio che in quel caso sia Parisi a sedersi al tavolo. L’incaricato dal Cavaliere a rigenererare il centrodestra, raccontano in FI, si e’ molto riavvicinato alla ‘struttura’ del partito, sta consultando i coordinatori azzurri per il suo ‘tour’ per l’Italia. Ieri e’ andato in scena un suo confronto con Toti: “Salvini ha rinnovato e noi no, non va bene, la leadership non e’ problema, bisogna trovare rotta”, ha affermato l’ex direttore generale di Confindustria. “L’eredita’ di Berlusconi e’ saldamente nelle mani di Berlusconi”, ha messo in chiaro il presidente della Regione Liguria che oggi tornera’ a fare asse con Maroni e Zaia.