Fotoricatti a Mediaset, Fede condannato a 2 anni e 3 mesi

Il giudice Carbone ha riqualificato due dei tre reati contestati

Fede

Emilio Fede è stato condannato a 2 anni e 3 mesi di carcere per la vicenda dei fotoricatti ai vertici di Mediaset. Il giudice monocratico del Tribunale di Milano, Alberto Carboni, ha accolto solo in parte le richieste del pm Silvia Perrucci che aveva chiesto di condannare il giornalista a 4 anni e 9 mesi di reclusione per estorsione, tentata estorsione e violenza privata. Due delle tre ipotesi di reato contestate all’ex direttore del Tg4 sono state riqualificate: il reato di estorsione in tentata estorsione e quello di violenza privata in minacce. Secondo l’accusa, il giornalista avrebbe minacciato di diffondere alcuni fotomontaggi osé che ritrarebbero il direttore dell’informazione di Mediaset, Mauro Crippa, in compagnia di un transessuale e mentre fa uso di cocaina. Immagini compromettenti che sarebbero state realizzate da Gaetano Ferri, ex personal trainer di Fede (già condannato in abbreviato a 3 anni e 10 mesi di carcere), e da due donne, Maria Madeo e Michaela Faioni, già uscite dal processo patteggiando la pena a 2 anni e 4 mesi. Secondo il pm Silvia Perrucci, fu un tentativo di ricatto architettato da Fede per costringere i top manager del Biscione a rivedere le condizioni del contratto che, nel marzo 2012, aveva portato al suo licenziamento dalla direzione del Tg4. Da qui l’accusa di tentata estorsione che ha retto al giudizio del Tribunale.

La successiva trattativa, come aveva sottolineato il magistrato durante la sua requisitoria, “portò alla sottoscrizione di un accordo con un valore economico per Fede di gran lunga migliore rispetto al licenziamento in tronco”. Accordo che prevedeva una buonuscita da 820 mila euro con in più tre anni di collaborazione. Per l’accusa, fu un’estorsione, ma il giudice ha riqualificato il reato in tentata estorsione. Stesso discorso per l’accusa di violenza privata, relativa ad alcuni sms minatori che sarebbero stati inviati a Ferri per spingerlo a “estorcere a Silvio Berlusconi due milioni di euro per evitare la diffusione di foto compromettenti di Crippa”. L’imputazione è stata riqualificata nel reato meno grave di minacce. Fede è stato anche condannato al pagamento di un risarcimento immediatamente esecutivo pari a 20 mila euro a favore di Crippa e di 2 mila euro a favore di Ferri, entrambi parte civile nel procedimento. “Sentenza giusta, ma è un po’ poco”, è stato il telegrafico commento del personal trainer, presente in aula alla lettura della sentenza. Non c’era invece Fede, difeso dall’avvocato Alessandra Guarini. Quella di oggi è la seconda condanna incassata dall’ex direttore del Tg4 nel giro di pochi giorni. Lunedì scorso, sempre a Milano, gli erano stati inflitti 3 anni e 6 mesi per concorso in bancarotta in relazione alla presunta “cresta” da 1,1 milioni di euro che avrebbe effettuato nel prestito da 2,85 milioni concesso nel 2010 da Silvio Berlusconi a Lele Mora nel tentativo di scongiurare il crac della Lm Management, società dell’ex talent scout dichiarata fallita l’anno successivo