Francesca Chaouqui: “Il Papa sa che non c’entro. Sono stata incastrata”

FEDE E MISTERI La difesa della “commissaria” fermata e rilasciata: “Ho fornito tutte le prove della mia innocenza” di Sarina Biraghi

Francesca Chaouqui

di Sarina Biraghi

Tre anni dopo l’arresto dell’ex maggiordomo infedele di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, tornano a volare i corvi in Vaticano. Allora corruzione e lobbismo costrinsero Ratzinger alle dimissioni per lasciare il soglio pietrino a qualcuno più energico capace di frenare le oscure manovre della Curia. Ora siamo a Vatileaks2.0, all’uscita di due nuovi libri e all’arresto di due nuovi corvi. Stavolta è toccato a monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e a Francesca Chaouqui, 32 anni, finire alla sbarra in Vaticano con l’accusa di aver sottratto e divulgato documenti riservati del Papa. La trentatreenne calabrese, dopo aver trascorso la notte (trattata come una regina) nella Gendarmeria vaticana diretta dal comandante Giani, è rientrata a casa poiché ha fornito agli inquirenti una serie di dichiarazioni e tutta la massima collaborazione mettendo a loro disposizione atti e documenti. È dunque a casa “senza alcun vincolo restrittivo” come ha spiegato l’avvocato Giulia Bongiorno che la difende.

La donna, membro della Coseo, è tranquilla anche davanti al pesante titolo dell’Osservatore Romano sulla vicenda: “Grave tradimento della fiducia del Papa”. La Chaouqui resta a piena disposizione di Bergoglio che, a suo dire, sa bene che lei non ha fatto nulla. Non ci sarebbero prove nei suoi confronti e per questo è stata scarcerata, perché non c’era alcuna ragione per trattenerla visto che “sarebbe stata tirata dentro la vicenda che riguarda soltanto Balda e le sue ambizioni”. Del resto lei non lavora nello stesso luogo del monsignore spagnolo né era in grado di violare il computer che conteneva tutta la documentazione nel mirino della Gendarmeria. Documenti che sarebbero la base dei due nuovi libri in uscita sul Vaticano firmati da Fittipaldi e Nuzzi. Francesca Immacolata sostiene di non sapere nulla dei libri né di aver dato alcunchè agli autori che non conoscerebbe. Eppure tre anni fa quando Nuzzi scrisse “Sua Santità”, al centro del primo scandalo Vatileaks, lei cinguettò: “Hai fottutamente ragione”.