Francesca Pascale, nota attivista per i diritti civili, ha recentemente espresso una dura critica nei confronti della direzione politica di Forza Italia e delle attuali alleanze con partiti di destra, dichiarando che la sua distanza dall’attuale configurazione politica è dovuta principalmente alla presenza di formazioni che non riconoscono l’antifascismo. Intervenuta durante il programma Otto e Mezzo su La7, Pascale ha spiegato che l’attuale coalizione rappresenta “un’alleanza costretta fra partiti che non possono stare insieme” e che, secondo lei, è conseguenza di un problema di legge elettorale.
Pascale ha affermato che sarebbe disposta a candidarsi nuovamente con Forza Italia, ma solo in presenza di condizioni diverse, in particolare senza alleanze con formazioni come quella di Matteo Salvini, leader della Lega. “Mi piacerebbe lavorare per la crescita di un partito liberale, e non devo farlo necessariamente da eletta,” ha aggiunto l’attivista, sottolineando il suo impegno a promuovere una politica più aperta ai diritti civili, al di fuori delle attuali imposizioni elettorali.
Quando le è stato chiesto se pensa che Marina Berlusconi approverebbe un suo ingresso diretto in politica, Pascale ha risposto: “Mi vuole troppo bene per spingermi, ma sono convinta che nel mio desiderio possa accogliere la mia volontà.” È una risposta che fa emergere un legame personale forte, ma anche la consapevolezza che per entrare in politica con un messaggio differente servirebbe un supporto concreto.
Una critica severa alla destra ultraconservatrice
Pascale ha duramente criticato la posizione omofoba della destra attuale, espressa da partiti come quello di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e il movimento capeggiato da Roberto Vannacci. Ha posto un forte accento sulla presenza, a suo dire ingombrante, dell’associazione ultracattolica Pro Vita e Famiglia all’interno del governo: “Non è mai successo in nessun governo di centrodestra che Pro-Vita prendesse il sopravvento.” Pascale ha spiegato che, per motivi elettorali, Meloni sembra influenzata da queste posizioni, ma che la tendenza omofoba è una costante nell’orientamento ideologico della leader di Fratelli d’Italia.
I diritti civili non sono né di destra né di sinistra
Un messaggio fondamentale ribadito da Pascale è che i diritti civili non dovrebbero appartenere a una specifica parte politica. “Che i diritti civili non siano né di destra né di sinistra è un’ovvietà,” ha dichiarato, sostenendo che il rispetto per questi diritti dovrebbe essere un principio trasversale, non monopolizzato da una fazione. Pascale ha lamentato che Forza Italia, in passato partito promotore di un approccio più liberale, sia attualmente schiacciata sulle posizioni di Meloni.
Secondo l’attivista, la maggior parte degli esponenti di Forza Italia non è realmente allineata con la visione della destra sovranista, ma appare “priva di voglia, coraggio e numeri” per staccarsi. Pascale ha auspicato che nelle prossime elezioni ci sia una “rivoluzione interna” e che certi esponenti, tra cui Maurizio Gasparri, che definisce come simbolo di una politica “imbrutalita”, facciano un passo indietro. Pascale conclude ricordando che il partito ha perso il suo fascino liberale proprio perché guidato da persone che hanno accettato di allinearsi alle posizioni sovraniste.
Il sogno di un vero partito liberale
Francesca Pascale sembra decisa a non arrendersi, sognando una rinascita per Forza Italia o, se necessario, l’emergere di una nuova formazione politica liberale, in grado di difendere i diritti civili senza compromessi e in contrasto con una destra che, a suo avviso, ha imboccato una pericolosa deriva antidemocratica.