Francesco Lo Voi nel mirino: Servizi segreti denunciano fuga notizie riservate
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Francesco Lo Voi
Un documento riservato dell’Aisi, l’Agenzia informazioni e sicurezza interna, finisce sulle pagine di un quotidiano. E ora il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, rischia di finire sotto inchiesta per averlo diffuso, in quello che si trasforma in un nuovo capitolo della guerra tra Palazzo Chigi e le toghe. A chiedere l’intervento della procura di Perugia, competente per i magistrati della Capitale, è il Dis, il Dipartimento informazioni per la sicurezza, che punta il dito contro una presunta violazione della legge sul segreto di Stato. Sul tavolo del procuratore Raffaele Cantone è arrivato oggi un esposto formale: si chiede di verificare se Lo Voi, già nel mirino del governo per l’inchiesta sul caso Almasri, abbia messo a rischio la sicurezza nazionale. Intanto, il consigliere del Csm Andrea Mirenda corre ai ripari: ha chiesto l’apertura di una pratica a tutela del pm, dopo le pesanti critiche della premier Giorgia Meloni.
L’inchiesta che scotta
La bomba è esplosa con la pubblicazione, lo scorso giugno, di un’informativa riservata dell’Aisi sul caso di Gaetano Caputi, capo di Gabinetto della Meloni. Il documento, classificato con la qualifica “riservato”, era stato allegato dalla procura di Roma al fascicolo dell’indagine contro i giornalisti de Il Domani, accusati di aver rivelato segreti su Caputi. Peccato che, una volta consegnato ai legali dei cronisti, quel rapporto sia diventato di dominio pubblico. Il Dis accusa: “Violazione grave”.
Secondo i servizi, Lo Voi avrebbe ignorato l’articolo 42 della legge 124/2007, che impone di tutelare i documenti classificati, consentendo alle parti di consultarli “senza estrarne copia”. Ma il quotidiano, che ha pubblicato il testo integrale, dimostrerebbe il contrario. “Un errore che mina la fiducia tra intelligence e magistratura”, tuonano fonti del Dis. “Identità degli agenti e operazioni sotto copertura potrebbero essere compromesse”.
La trappola del Punto fisco
Tutto nasce dalla denuncia presentata da Caputi nel 2023, dopo gli articoli de Il Domani sui suoi affari. Nell’indagine per “rivelazione di segreto”, i pm scoprono tre accessi anomali al sistema fiscale Punto Fisco sul suo profilo, effettuati da agenti Aisi. Lo Voi chiede spiegazioni al Dis: la risposta arriva in un rapporto di 10 pagine firmato dal numero uno dell’Aisi, Bruno Valensise, che ricostruisce le ragioni degli accertamenti.
Ma quel dossier, invece di restare blindato, viene allegato agli atti e finisce in mano ai giornalisti indagati. Risultato? Il documento “riservato” diventa un’inchiesta giornalistica. “Una svista inaccettabile”, attaccano al Dis. “La procura ha mancato di cautela”.
Lo Voi nel ciclone
Non è la prima volta che il procuratore di Roma finisce nel mirino dell’esecutivo. Già lo scorso anno, Lo Voi aveva iscritto nel registro degli indagati la stessa Meloni, il sottosegretario Mantovano e i ministri Nordio e Piantedosi per il caso Almasri, legato a presunte irregolarità nel rimpatrio di Patrick Zaki. Un atto definito dal governo “un attacco politico”, dai magistrati “un dovere istituzionale”.
Ora, il nuovo scontro rischia di inasprire ulteriormente i rapporti. Da un lato, il ministro Nordio valuta un’ispezione nella procura di Roma, dall’altro il Csm potrebbe aprire un fascicolo protettivo dopo le parole della premier, che avrebbe “irriso” Lo Voi durante un confronto pubblico. Intanto, il Copasir si prepara ad ascoltare sia Mantovano che il pm romano, mentre l’intelligence teme un effetto domino: “Se i documenti secretati finiscono sui giornali, chi si fiderà più di noi?”.
La posta in gioco
La battaglia non è solo giudiziaria, ma politica. Da una parte, il governo alza la guardia sulla tutela dei segreti legati alla sicurezza nazionale. Dall’altra, la magistratura difende l’autonomia delle indagini e il diritto di accesso agli atti. “Se ogni documento riservato viene nascosto, come si fa a garantire il controllo sulla legalità?”, ribattono fonti vicine alla procura. Ma per i servizi, la priorità è un’altra: “Gli agenti operano nell’ombra per proteggere lo Stato. Se i loro nomi e le loro attività vengono esposti, è un rischio per tutti”.
Cosa succederà ora
La procura di Perugia dovrà decidere se aprire un’indagine formale su Lo Voi. Intanto, i giornalisti de Il Domani restano indagati, mentre il Dis preme per sanzioni disciplinari. Ma il vero nodo è altro: in un clima sempre più surriscaldato, il caso Caputi rischia di diventare il simbolo di uno scontro istituzionale senza precedenti, dove a perdere potrebbe essere la credibilità stessa dello Stato.
Una cosa è certa: con il Copasir in campo e il Csm in allerta, lo scontro tra via Arenula e Palazzo Chigi è appena cominciato. E le prossime mosse di Cantone a Perugia potrebbero scrivere un nuovo capitolo nella storia dei rapporti (tossici) tra politica e giustizia.