Saranno sette i candidati alle primarie della sinistra per le presidenziali francesi, che si terranno in due turni il 22 e il 29 gennaio prossimi. Lo ha stabilito la commissione che ha valutato le credenziali di quanti avevano avanzato la candidatura, eliminandone due: il militante dell’estrema sinistra del Partito socialista, Gerard Filoche, e il consigliere comunale di una cittadina nel centro del paese, Fabien Verdier. In pole position l’ex premier socialista, Manuel Valls, dimessosi dall’incarico per potersi candidare all’Eliseo all’indomani della decisione del presidente uscente, Francois Hollande, di non ripresentarsi per un secondo mandato. In corsa ci sono anche altri ex ministri socialisti: Arnaud Montebourg e Benoit Hamon, che rappresentano la sinistra del partito, e il social-liberale Vincent Peillon. E poi l’unica donna, Sylvia Pinel, leader del Partito radicale di sinistra storico alleato dei socialisti; il deputato ecologista Francois de Rugy, e l’ex deputato europeo del Fronte democratico di centro-sinistra Jean-Luc Bennahmias. Qualora venisse indicato come il candidato della sinistra, Valls avra’ il suo bel da fare per superare lo scoglio del primo turno delle presidenziali del 2017, dove al momento la parte del leone nei sondaggi la fanno il candidato che riunisce tutta la destra, il conservatore Francois Fillon, e la leader carismatica dell’estrema destra, Marine Le Pen.
VALLS STRADA IN SALITA Valls si ritrovera’ come bastoni tra le ruote le candidature autonomamente annunciate e destinate a favorire la dispersione di voti dell’ex ministro dell’Economia e portabandiera della “terza via”, Emmanuel Macron; del capo della sinistra radicale Jean-Luc Melenchon (entrambi accreditati dai sondaggi di circa il 13% delle intenzioni di voto); e l’esponente dei Verdi, Yannick Jadot. In vista delle primarie della sinistra saranno organizzati tre dibattiti televisivi tra il 12 e il 19 gennaio, mentre per il 25 gennaio e’ previsto il faccia a faccia tra i due che si affronteranno nel ballottaggio. Valls si e’ detto convinto di poter “riunificare la sinistra” e ha detto: “Le primarie non sono il congresso del Partito socialista, sono un momento decisivo per il paese”. Tra i suoi sostenitori il popolare ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, e il ministro delle Finanze, Michel Sapin. Gli organizzatori delle primarie della sinistra sono cauti nelle previsioni, ma sembrano attendersi una partecipazione inferiore a quella di circa 2,7 milioni di francesi che nel 2011 si espressero per la candidatura di Hollande, che l’anno seguente riusci’ a battere il presidente uscente, il neo-gollista Nicolas Sarkozy. Alle primarie del centrodestra di novembre, che hanno stabilito la candidatura di Fillon, hanno partecipato circa 4 milioni di francesi, compresi pero’ anche molti elettori di sinistra preoccupati di scegliere un candidato che al secondo turno delle presidenziali avrebbe potuto eventualmente raccogliere anche i loro voti, nel caso i risultati delle urne dovessero confermare la sfida finale Fillon-Le Pen.