Già nel 2007, il premier, oggi 54enne, voleva cambiare il nome del Ps, da lui ritenuto superato. In seguito non ha risparmiato i suoi strali neanche alla legge sulle 35 ore settimanali e alla tassa patrimoniale, due pilastri della gauche. Costretto a passare per le primarie socialiste prima dello scrutinio presidenziale, ha cominciato già da tempo a smussare gli angoli. Lui che esclamava “amo l’impresa” davanti agli industriali o difendeva il divieto del “burkini” imposto da sindaci di destra, esorta oggi il suo campo all’unità prima del voto del 2017. Cinque anni fa, in occasione delle prime primarie della sinistra aperte a tutti, il suo collocamento a destra del Ps non aveva per nulla convinto ed era stato eliminato senza appello con il 5,63% dei voti al primo turno.
Già da giovane deputato della banlieue parigina, Valls mostrava le sue ambizioni, non volendo osservare “la loggia presidenziale dall’orchestra nel quale credo di dover rimanere in attesa del mio turno”. Da alcuni giorni, la stampa francese e i suoi critici lo chiamano “Brutus” sospettandolo di aver convinto il presidente Francois Hollande a rinunciare a cercare un secondo mandato per avere campo libero. Nel 2012 si era pertanto stretto intorno al candidato Hollande, divenendo un attivo portavoce della sua campagna. Dopo il suo arrivo all’Eliseo, non è un caso che Hollande lo ricompensi con il ministero dell’Interno. n veste di titolare di questo dicastero, Valls rafforza la sua immagine di uomo di polso, guadagnando consensi, talvolta più a destra che a sinistra. Iperattivo, buon comunicatore, per il carattere ambizioso è stato più volte accostato all’ex presidente di destra Nicolas Sarkozy, cosa che è riuscita anche ad irritarlo. Dopo la sconfitta socialista alle comunali del 2014, Manuel Valls sostituisce il Primo ministro Jean-Marc Ayrault.
“Un capo deve saper fare il capo ed è quello che farò!“, dirà poco dopo. Al suo arrivo, gli ecologisti sbattono la porta, denunciando fra il resto le sue dichiarazioni sui rom in Francia. Lui non si scompone e, anche a costo di suscitare dissensi, applica fedelmente la nuova linea “pro-business” del presidente Hollande. Altri pesi massimi abbandonano la nave. Nel frattempo, il ministro dell’Economia Emmanuel Macron, 38 anni, si colloca anche lui su posizioni riformiste, prima di dimettersi a sua volta per lanciarsi da indipendente nell’avventura presidenziale. Nato a Barcellona il 13 agosto 1962 da madre svizzera italiana e da un artista catalano, Valls è un padre divorziato di quattro figli. Nel 2010 ha sposato in seconde nozze la violinista Anne Gravoin. La politica è stata la sua passione fin da giovanissimo. Dopo brevi studi di storia, diventa assistente parlamentare a soli 23 anni, poi giovane consigliere del Primo ministro riformatore Michel Rocard (1988-91) poi di un altro inquilino di Matignon, Lionel Jospin (1997-2001). Nel 2001 viene eletto sindaco di Evry, città a sud di Parigi, quindi deputato del dipartimento. Ed è da questo feudo che oggi dopo le 18 annuncerà la sua candidatura alla massima carica dello Stato.