Difficilmente il presidente potrà ignorare la sfida lanciata da uno dei pilastri del suo governo ad appena 10 mesi dalle presidenziali. “C’è bisogno di coerenza all’interno del governo”, ha detto sibillino Le Foll. Chi invece non ha voluto attendere nel replicare è il primo ministro Manuel Valls, che oggi ha decisamente alzato i toni, rimproverando a Macron di alimentare quanto meno “un clima deteriorato dall’ambiguità”. “Non si può denunciare un presunto ‘sistema’ cedendo alle sirene del populismo quando, circostanza aggravante, si è essi stessi il prodotto per eccellenza dell’elite della Repubblica”, ha tagliato corto il capo del governo. In questo senso vanno molti dei commenti della stampa questa mattina: il quotidiano regionale L’Alsace scrive che sarà “difficile per Emmanuel Macron restare ancora in un governo da cui ha preso definitivamente le distanze”.
Ieri sera, davanti a un pubblico piuttosto giovane e istruito, Macron, 38 anni, ha “ringraziato” Hollande per averlo chiamato a far parte del suo governo nel 2014. Ma poi ha tolto il velo sui molti errori della sua politica, stigmatizzando in particolare “le promesse non rispettate”. Nel corso dei suoi due anni in seno all’esecutivo, Macron ha potuto constatare fino a che punto il sistema non voleva cambiare: “non sono riuscito a fare alcune cose”. Adesso invece l’aspirante, sebbene non dichiarato, presidente declama la sua volontà – con il movimento “En Marche!” – di “scrivere una nuova pagina della storia” in un mondo rivoluzionato dagli sviluppi tecnologici. Due i pilastri del suo programma: “liberare il paese” dalle zavorre economiche e assicurare “le reti della sicurezza” per la popolazione. (con fonte afp)