“Nessuno oggi può impedirmi di essere candidato” alle presidenziali francesi: lo ha ribadito François Fillon, intervistato dalla rete televisiva France 2, rispondendo “no” alla domanda se avesse intenzione di ritirarsi dalla corsa all’Eliseo nonostante lo scandalo degli impieghi fittizi che minaccia di farlo finire in tribunale. “La mia candidatura è sempre sostenuta da una maggioranza degli elettori di centro e di destra, è ciò che credo e credo di averlo dimostrato” nel comizio di ieri tenuto a Parigi al quale hanno partecipato decine di miglia di persone. Fillon, anzi rilancia, annunciando di voler formare nei prossimi giorni una nuova squadra per proseguire la campagna elettorale. “Il mio progetto è l’unico che possa permettere una rigenerazione nazionale, non vi sono altre alternative o altri progetti, qualsiasi cadidatura improvvisata non potrebbe potare che al fallimento” ha detto ancora Fillon, sottolineando di non essere “una persona autistica che non si rende conto delle difficoltà o uno che vuole arrivare fino in fondo costi quel che costi” ma di essere comunque il solo a poter decidere un eventuale ripensamento.
Il che potrebbe non essere del tutto esatto: ieri mattina si sono incontrati i due principali rivali di Fillon alle primarie repubblicane, l’ex presidente Nicolas Sarkozy e l’ex premier Alain Juppé, candidato in pectore, per discutere la situazione; oggi è in programma una riunione della direzione del partito e sempre oggi lo stesso Juppé ha annunciato di voler fare uan dichiarazione alla stampa. Come se non bastasse, altri tre pesi massimi del partito, Christian Estrosi, Valerie Pecresse e Xavier Bertrand, hanno chiesto di incontrare Fillon per proporgli “un’uscita di scena dignitosa”, dal momento che “le condizioni per una vittoria alla presidenziali oggi non ci sono”. A spiegare il crescente pressing del partito peraltro vi sono i sondaggi: secondo una rilevazione pubblicata ieri dal quotidiano Le Figaro, al primo turno Juppé otterrebbe il 24,5% dei voti e andrebbe al ballottaggio insieme alla leader del Front National, Marine le Pen.
Di contro Fillon è accreditato ormai solo del 17% (-3% dallos corso febbraio) delle preferenze e arriverebbe terzo dietro a Le Pen (26%) e al centrista Emanuel Macron 25%; se tuttavia Fillon decidesse di ritirarsi dalla corsa cedendo il posto a Juppé questi supererebbe Macron, che scenderebbe al 20%. Nel comizio tenuto ieri a Parigi Fillon ha ammesso di aver commesso un “errore” nell’impiegare la moglie Penelope come assistente parlamentare, ma ha ribadito che la sua innocenza verrà riconosciuta dalla magistratura: “Il problema è che allora sarà troppo tardi, e queste elezioni saranno state ormai alterate”. L’ex premier ha poi invitato la dirigenza repubblicana a “fare un esame di coscienza, come io ho fatto il mio”, e denunciando la “fuga” ignominiosa di molti dei suoi collaboratori. La stessa Penelope, in un’intervista rilasciata al settimanale Le Journal du Dimanche, ha rotto il silenzio sullo scandalo dei falsi impieghi affermando di aver svolto “molti e diversi compiti” per il marito. Sia l’ex premier che la moglie compariranno davanti ai giudici il 15 marzo prossimo, in un’audizione che si tradurrà probabilmente in un’incriminazione formale.