Francia, hacker contro Macron. Domani voto ad alta tensione. Il centrista verso l’Eliseo

6 maggio 2017

Dopo l’ultima notte di campagna elettorale agitata dall’annuncio di un “massiccio e coordinato” attacco hacker contro la squadra di Emmanuel Macron, in Francia è giornata di silenzio elettorale, mentre il voto per la scelta decisiva del nuovo presidente francese inizia nei territori d’Oltremare, dove i primi seggi aprono alle ore 12 italiane. Oggi niente sondaggi, ma gli ultimi, ieri, davano il candidato del movimento EnMarche! Con la vittoria in tasca, promettendogli circa il 62% dei voti a fronte di un 38% che raccoglierebbe la leader del Front National Marine Le Pen. La scarsa performance della leader di estrema destra nel duello televisivo con l’ex ministro dell’Economia, mercoledì sera, avrebbe mosso anche il campo dell’estrema sinistra orfano del candidato Jean-Luc Mélenchon, dove circa un elettore su tre si sarebbe deciso a dare il proprio voto al “banchiere” Macron. oggi sono vietati anche i commenti, per cui la notizia dell’attacco hacker a Macron resta appesa alle dichiarazioni della sua campagna elettorale rilasciate poco prima della mezzanotte. “Un massiccio e coordinato attacco hacker”, ha denunciato la campagna del candidato centrista, con l’obiettivo di “destabilizzare la democrazia, con le modalità viste durante l’ultima campagna presidenziale negli Usa”. L’ira dello staff di Macron è stata scatenata dalla pubblicazione, ieri sera, di migliaia di email, documenti contabili e altri files rubati nelle scorse settimane da account di funzionari del movimento EnMarche! e volutamente mischiati ad informazioni false.

Secondo alcune fonti sono stati pubblicati nove gigabytes di dati. L’utente che ha rilasciato i files è anonimo, si firma EMLEAKS e anche se la campagna di Macron non ha elaborato ipotesi sulla matrice dell’attacco informatico, il riferimento alle azioni di pirateria contro Hillary Clinton durante la campagna per le presidenziali americane sembra puntare il dito contro hacker al servizio della Russia. I documenti rubati si sono riversati sui social network attraverso un link pubblicato dal sito Wikileaks – che assicura tuttavia di non avere niente a che fare con la vicenda – e l’estrema destra ha colto la palla al balzo per denunciare le verità nascoste e il silenzio dei media sui presunti lati oscuri del candidato di EnMarche!. “I ##Macronleaks insegneranno cose deliberatamente uccise dal giornalismo investigativo?”, ha chiesto con un Tweet il vice-presidente del Front National Florian Philippot. La Commissione nazionale di controllo della campagna presidenziale ha ammonito da parte sua i media a “non dare conto dei contenuti” dei files pubblicati dagli hacker, ricordando che “la diffusione di false informazioni è passibile di essere perseguita a norma di legge”. Intanto oggi scatta l’ultimo atto elettorale della corsa all’Eliseo, a conclusione di una campagna al veleno senza precedenti per la V Repubblica, con continui scambi di accuse tra i candidati e una crescente polarizzazione tra i due campi, fotografa negli ultimi due giorni dal lancio di uova contro la leader dell’estrema destra. Alle 12 italiane aprono i seggi a Saint-Pierre-et-Miquelon, poi un’ora dopo in Guiana.

Le Antille cominceranno a votare alle 14, la Polinesia alle 20 e in serata sarà la volta di Wallis e Futuna, poi della Nuova Caledonia, dove sarà già scattata la mezzanotte e iniziata la giornata di domenica. Per lo stesso motivo, alle 6 di domani mattina partiranno le operazioni di voto a Reunion e un’ora dopo a Mayotte. Già oggi sono chiamati al voto, inoltre, gli 1,3 milioni di francesi che risiedono all’estero. Per i 66.546 seggi della Francia metropolitana, il ballottaggio inizia domani alle ore 8, con chiusura alle 19, ma le grandi città voteranno sino alle 20. Subito dopo saranno diffusi gli exit polls. Un voto ad alta tensione non tanto per il risultato, considerati i sondaggi ad una sola voce, ma per il timore di attentati e violenze nel giorno del ballottaggio, il primo che si tiene in regime di stato d’emergenza. La sicurezza è stata ulteriormente rafforzata dopo l’attentato del 20 aprile sugli Champs-Elisées, costato la vita ad un agente di polizia e per vegliare sul voto sono stati mobilitati oltre 50mila poliziotti e gendarmi. Ieri nell’edizione francese della rivista Rumiyah, la rivista dell’Isis, lo Stato islamico ha lanciato un appello ad uccidere i candidati politici, gli elettori e gli addetti ai seggi al ballottaggio. A Nordovest di Parigi è stato arrestato un presunto islamista: in una chiavetta USB trovata nella sua auto sarebbero state trovate le prove del suo giuramento di fedeltà allo Stato.

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