La chirurgia robotica si fa largo in sala operatoria

14 aprile 2019

La chirurgia robotica si fa largo in sala operatoria. All’ospedale pediatrico Robert-Debré di Parigi, il robot Da Vinci ha eseguito il suo primo intervento di nefrectomia su un adolescente. È il battesimo di fuoco per questo robot, simile a una piovra, dotato di diversi bracci meccanici comandati a distanza da una console operatoria, con joypad e schermo 3D. “È uno strumento che rende più facile la vita a un chirurgo, a partire dall’ergonomia. Facciamo la chirurgia mini-invasiva da 20 anni ma ci mancava questa tecnologia che permette di entrare nel corpo, lontano dai nostri occhi”, ha spiegato il professor Alaa El Ghoneimi.

Gli strumenti chirurgici, montati sulle estremità dei bracci, garantiscono infatti un ampia libertà di movimento consentendo al chirurgo di raggiungere, attraverso incisioni di pochi millimetri, anche le zone dell organismo più difficili da operare. “Si resta seduti, si guarda il 3D, si fanno le solite manipolazioni con le dita e il robot trasmette questi movimenti”, ha aggiunto. I robot si sono affermati da molto tempo nelle sale operatorie facendo la felicità del chirurgo. Ma non tutti hanno la stessa visione positiva della macchine in ospedale.
“La chirurgia assistita dai robot non mostra una efficacia più marcata rispetto a quella tradizionale, e in più il costo è molto significativo. Non ci sono ad oggi evidenze cliniche che mostrino un vero valore aggiunto”, ha spiegato Dominique Letourneau, presidente della Fondation de l’Avenir che si occupa di ricerca medica applicata.

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