Francia, Macron prevale nel brutale duello tv con Le Pen. Il centrista verso l’Eliseo

Francia, Macron prevale nel brutale duello tv con Le Pen. Il centrista verso l’Eliseo
4 maggio 2017

Duello al veleno, quello di ieri sera, tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen, a quattro giorni dal secondo turno delle presidenziali in Francia. Due ore e mezza di trasmissione televisiva trasformatasi in rissa verbale, uno scontro senza esclusione di colpi, teso e spesso fuori controllo, con i moderatori incapaci per lunghi tratti di placare la furia verbale dei due contendenti. Alla fine, secondo un sondaggio dell’istituto Elabe per BFM-Tv, sarebbe stato il candidato di En Marche! a fare breccia tra i francesi. Il 63% degli elettori lo ha preferito alla leader del Front National (34%), che sin dalle prime battute ha dipinto Macron come “uomo del sistema e dell’élite”, ricordando il suo passato al governo e i suoi rapporti con il presidente uscente Francois Hollande. Il gioco si è fatto duro da subito. Le Pen è arrivata con il chiaro intento di giocare una partita all’attacco. E lo ha fatto senza risparmiare parole pesanti. “Macron è il candidato della globalizzazione selvaggia, dell’uberizzazione, della precarietà, della guerra di tutti contro tutti”, è “pilotato da Hollande”, con “quel sorriso da passaporto” e argomenti “vergognosi”, ha affondato la candidata del Front National. “Ha la freddezza del banchiere che non ha mai smesso di essere”. Macron, da parte sua, ha capito che non era il caso di andare tanto per il sottile, ha provato a schivare il colpo, si è adeguato al clima da ring e ha replicato piccato. Marine Le Pen “incarna lo spirito della sconfitta” per l’economia, l’Europa, i confini, il terrorismo. “La tua strategia è solo quella di dire menzogne”, di “approfittare della sofferenza della gente”, ha detto, facendo riferimento alla visita alla fabbrica Whirlpool di Amiens, dove si è fatta fotografare con i lavoratori che rischiano il posto.

La leader di Fn appare sicura di sé quando attacca l’avversario, ma cerca spesso conferma sui suoi appunti quando deve sostenere le sue tesi. Sembra in difficoltà quando deve spiegare alcune contraddizioni sulla ‘Frexit’ e l’abbandono dell’euro. Il candidato di En Marche! parla a braccio, rimprovera spesso all’avversaria di “dire stupidaggini”, appare più a suo agio davanti al mezzo televisivo, sebbene a volte un po’ ingessato. Quanto ai contenuti, il duello ha prodotto davvero poco. Le Pen ha sostenuto con forza le sue idee su terrorismo e sicurezza, ha mostrato qualche incertezza su Unione europea ed euro. Macron, non ha avuto grandi titubanze, è stato molto sulle sue, ha difeso il suo europeismo in maniera credibile. “Contro il terrorismo, dobbiamo prima ritrovare i nostri confini, immediatamente,” ha insistito Marine Le Pen, promettendo “di cacciare” tutti gli stranieri sospettati di minacciare la sicurezza del territorio. Sicurezza e terrorismo sono “totalmente assenti dal progetto” di Macron, ha detto, accusando l’avversario di “compiacimento per il fondamentalismo islamico” e di essere sottomesso alla cancelliera tedesca Angela Merkel. “In ogni caso, la Francia sarà guidata da una donna: io o Merkel”. Macron ha respinto le accuse al mittente, notando che la candidata del Front National non ha votato la legislazione anti-terrorismo francese né quella europea. “Davanti a me c’è la grande sacerdotessa della paura”, ha rilanciato. “Basta con le formule ridicole”, “la Francia non è un paese chiuso. Io sono il candidato di una Francia forte in un’Europa che protegge”. Alla fine, Le Pen interrompe anche l’appello finale di Macron, ricordandogli ancora una volta di essere il delfino di Hollande. E in chiusura, nessuna stretta di mano a sancire una tregua, anche solo apparente.

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