C’è un Partito socialista assediato, diviso e sfiduciato. E che domani è chiamato a svolgere le primarie per la corsa alla presidenza della Repubblica francese. Quindi, la vera questione che si pone è una sola: se l’affluenza ai seggi da parte degli elettori socialisti sarà deludente, il partito potrà mantenere il suo candidato fino al termine della campagna elettorale? Il primo segretario del Ps, Jean-Christophe Cambadélis, assicura che “il vincitore delle primarie non si ritirerà”. Di certo, dopo la clamorosa rinuncia di Francois Hollande a correre per un secondo mandato, il Partito socialista francese non può trovare conforto negli ultimi sondaggi sondaggi che lo vedono raggiungere un modesto 10% di consensi.
I SEGGI Quindi cerca un qualche rilancio domani nel primo turno delle primarie per l’indicazione del candidato alle presidenziali di primavera. Sono sette i candidati in corsa, con favorito l’ex premier socialista, Manuel Valls, e dovranno diventare due in occasione del ballottaggio del prossimo 29 gennaio. Il vincitore sarà colui che cercherà di conquistare l’Eliseo, candidandosi per le elezioni presidenziali del 23 aprile (primo turno) e del 7 maggio (ballottaggio) 2017. Potranno votare tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali a condizione che versino un contributo pari ad un euro nel momento in cui arrivano al seggio e firmino un “documento” che attesti l’identificazione “nei valori della sinistra”. Le urne rimarranno aperte dalle 9.00 alle 19.00, i seggi saranno circa 8mila, dislocati in tutto il Paese. Tuttavia, benché molti parlino di “primarie del Partito Socialista” in realtà si tratta di una tornata elettorale aperta a tutta la sinistra di Governo, vale a dire anche all’Unione dei democratici e degli ambientalisti, al Fronte Democratico e al Partito dei Verdi.
GLI OSTACOLI DI VALLS Al momento la parte del leone nei sondaggi la fanno la carismatica leader dell’estrema destra, Marine Le Pen, e il candidato che riunisce tutta la destra, il conservatore Francois Fillon, entrambi accreditati di circa il 25% dei consensi. Valls, inoltre, si ritrovera’ come bastoni tra le ruote le candidature autonomamente annunciate da Emmanuel Macron, ex ministro dell’Economia molto vicino a Hollande e oggi portabandiera della “terza via” (con un gradimento tra il 17 e il 20%); e dal capo della sinistra radicale Jean-Luc Melenchon (accreditato nei sondaggi del 14-15%), che ha fatto appello al voto utile dei socialisti. In campo anche l’esponente dei Verdi, Yannick Jadot. Un indicatore delle difficolta’ dei socialisti viene dai dati d’ascolto dell’ultimo dibattito televisivo, giovedi’ 19 gennaio, tra i sette candidati con 3,1 milioni di spettatori contro i 5,1 milioni del confronto finale tra i candidati alle primarie della destra. Nelle previsioni il numero dei votanti domenica dovrebbe aggirarsi sul milione e mezzo di cittadini, meno delle meta’ dei partecipanti alle primarie della destra. Ma in quell’occasione, tuttavia, andarono a votare anche molti elettori di sinistra nella speranza di poter determinare l’indicazione del candidato a loro meno indigesto, per il quale poter poi votare turandosi il naso nel prevedibile scontro finale con la Le Pen nel ballottaggio del 7 maggio.