Il ritorno alla calma sembra essere cominciato in Francia dopo sei notti di violenti disordini nel Paese innescati dalla morte del 17enne Nahel per mano di un poliziotto. A far sperare che si sia imboccata una strada in discesa è la notte scorsa che è stata più tranquilla delle precedenti. Lo affermano le cifre diffuse oggi dal ministero dell’Interno, secondo le quali 157 persone sono state arrestate ieri notte, otto volte in meno rispetto al picco di violenza urbana di due giorni prima. Sono stati inoltre registrati 352 incendi su strade pubbliche e 297 di veicoli. Inoltre 34 edifici, tra cui un commissariato e una caserma, sono stati danneggiati: tutti numeri inferiori rispetto alle guerriglie delle notti precedenti.
La tregua continua in particolare nella periferia parigina, punto di partenza dei disordini provocati dalla morte del minorenne, freddato a bruciapelo martedì scorso a Nanterre durante un controllo di polizia. Quarantadue persone sono state arrestate ieri sera a Parigi e nei suoi sobborghi, secondo quanto riferito dalla polizia della Ville Lumiere. Stessa tendenza alla calma è stata osservata a Marsiglia, divenuta l’epicentro delle violenze: la questura ha annunciato 21 arresti e “alcune azioni isolate” come incendi di automobili. Anche qui numeri in ribasso rispetto alle battaglie delle notti precedenti. In sei giorni di violenze urbane, 3.000 persone sono state prese in custodia dalla polizia in Francia. Poco più di 250 sono state convocate dalla giustizia con effetto immediato. I tribunali si sono dovuti organizzare, questo fine settimana si sono tenute udienze speciali. Sono state anche pronunciate le prime condanne, a volte anche detentive.
45 mila poliziotti in campo
Ma se l’Eliseo confida che questa settima notte sia ancora più tranquilla di quella di ieri, è presto per cantare vittoria. Così il ministero dell’Interno – Gerald Darmarin ha promesso la solita fermezza delle ultime notti – anche questa sera ha mobilitato per la terza notte di seguito un imponente forza di sicurezza di ben 45.000 fra poliziotti e gendarmi a guardia della Republique. “Più che mai, la nostra Repubblica e i suoi servitori sono minacciati e attaccati”, ha detto oggi Vincent Jeanbrun, sindaco di L’Hay-les-Roses, località nei pressi di Parigi, la cui abitazione è stata bersaglio di un violento attacco incendiario. “Senza questa palizzata non avremmo più un municipio”, ha aggiunto Jeanbrun che nei giorni scorsi si era fatto notare per aver chiesto lo stato di emergenza e aver utilizzato filo spinato per proteggere gli edifici della sua cittadina. “Il giorno prima avevano sparato contro il municipio. Quella sera abbiamo vissuto una notte di estrema violenza”, ha detto nel corso di una manifestazione tra gli applausi della folla. “Erano 7 contro 100 in violenze degne di una guerra civile”, ha concluso.